La camera dei Deputati si appresta a modificare sul proprio
sito istituzionale lo schema riepilogativo che per ogni deputato da conto della
partecipazione alle votazioni effettuate. Ad oggi lo schema da conto del numero
di votazioni effettuate (in un determinato mese o in totale dall’inizio della
legislatura) delle votazioni nelle quali il deputato risulta in missione ed
infine delle votazioni alle quali il deputato non ha preso parte. Poiché le
assenze al voto suscitano sempre molto interesse e, sovente, qualche polemica
la novità che verrà introdotta riguarderà proprio quest’ultima voce, ovvero i
voti ai quali non si è preso parte inserendo una nuova colonna che da conto dei
voti mancati in quanto assenti giustificati. A darne conto è una circolare dei
questori vergata ieri e diramata oggi a tutti i 630 deputati. Ovviamente,
ricordano i questori, sarà cura dei deputati interessati far pervenire le eventuali giustificazioni
all’ufficio preposto entro il giorno 5 del mese successivo a quello in cui si è
verificata l’assenza. Il dato sulle assenze giustificate, specificano i
questori non sarà obbligatorio per tutti, ma verrà inserito solo per i deputati
che ne facciano richiesta. Viste le percentuali di assenze e la delicatezza del
tema è probabile che almeno su questo punto si registrerà l’unanimità di
consensi, ovviamente da parte dei Deputati che leggono le mail che la Camera
gli invia o che consultano l’area documentale loro riservata sul sito internet
della Camera.
La Camera dei Deputati e le sue attività raccontate in modo semplice, chiaro e accessibile a tutti.
venerdì 26 settembre 2014
giovedì 25 settembre 2014
ALL'INTERNO DEL PD TUTTO FA BRODO PER POLEMIZZARE CON LA BOSCHI
Che la minoranza Pd sia sul piede di guerra in tema di
articolo 18 è noto. La cosa che colpisce è che qualcuno, cercando di utilizzare
ogni appiglio per la polemica interna, rischia di esporsi a scivoloni
grossolani. Indicativo in questo senso un episodio di ieri che è rimasto
circoscritto nell’ambito dei social network. La ministra Maria Elena Boschi
aveva appena risposto ad un question time in tema di legge elettorale, e va
detto che, grazie anche al testo dell’interrogazione un po’ originale, il
ministro aveva avuto la possibilità di fare bella figura ribadendo che il
governo non ha mai avuto dubbi di costituzionalità sull’Italicum e che l’approvazione
della nuova legge elettorale rimane una priorità e che come tale sarà
perseguita. Improvvisamente dopo qualche ora ecco che arriva un tweet del
deputato Giuseppe Lauricella, immediatamente retwittato dal deputato Enzo
Lattuca, entrambi della minoranza Pd. “Maria Elena Boschi dice che è urgente
approvare la legge elettorale. Forse vivo in un altro pianeta, ma disoccupati e
crisi non sono più urgenti?” scrive Lauricella. Ovviamente ogni posizione è
legittima e rispettabile, ma contestare ad un ministro di aver espresso
determinate opinioni su un tema in risposta ad un’interrogazione a risposta
immediata e allo stesso tempo di aver tralasciato temi che dell’interrogazione
non erano oggetto o costituisce una clamorosa gaffe oppure un tentativo di
polemica assai strampalata. Anche perché proviamo a pensare per un istante cosa
sarebbe potuto accadere se il Ministro Boschi interrogata in aula su una
questione specifica in materia di legge elettorale avesse inserito nella
risposta le tematiche relative all’articolo 18.
martedì 23 settembre 2014
LA PDL CHE ELIMINA I LIMITI DI ALTEZZA PER POLIZIA E FORZE ARMATE SI APPRESTA A RIPARTIRE MA CON QUALCHE POLEMICA
La proposta di legge che vuole eliminare i limiti di altezza per le assunzioni in Polizia, nelle forze armate e nei vigili del fuoco si appresta a riemergere dalle nebbie dove sembrava essersi persa dopo l'unica seduta delle commissioni riunite I e IV di Montecitorio, svoltasi il 3 giugno scorso. Oggi si è svolto l'ufficio di presidenza congiunto delle due commissioni con all'ordine del giorno la nuova calendarizzazione della proposta di legge nelle prossime settimane. A sorpresa si è trattato di un ufficio di presidenza un po' turbolento nel quale non è mancata una mezza polemica tra il capo gruppo del Pd in I commissione, Emanuele Fiano, e il presidente della Commissione difesa Elio Vito. Oggetto del contendere le audizioni che Fiano aveva proposto a giugno scorso, ma che non sono state svolte e che la commissione IV non vorrebbe svolgere. In realtà sulla proposta di legge sembrano esservi diverse sensibilità tra le due commissioni, in particolare sulla priorità da dare alla sua approvazione. In IV commissione, infatti, il consenso sembra pressochè unanime al punto che sarebbero già state raccolte le firme necessarie per la richiesta di passaggio in sede legislativa (approvazione direttamente in commissione senza dover passare dall'aula). In prima commissioni non ci sono dissensi espliciti verso l'abolizione dei limiti di altezza per l'assunzione in polizia e vigili del fuoco, già approvata dal Senato, ma forse qualche remora in più. Infatti in questa commissione ancora non si era posta materialmente la questione della sede legislativa, e soprattutto c'è stata questa richiesta pendente di audizione da parte del capo gruppo Pd che, comunque è indicativa, visto che si vuole audire una voce, quella dell'associazione nazionale funzionari di polizia, che ha sollevato dei dubbi.
giovedì 18 settembre 2014
FORZA ITALIA PROPONE IL DASPO PER LE DISCOTECHE
Sul Daspo Forza Italia non lascia ma raddoppia e ne propone
una versione nuova e originale per i frequentatori delle discoteche italiane. L’emendamento
4.02 a firma Sisto e Brunetta, inserito nel fascicolo degli emendamenti
presentati al Dl sugli stadi, propone infatti che nei confronti delle persone
che, per farne uso personale, all’interno delle discoteche consumano o ricevono
o comunque detengono sostanze stupefacenti di cui all’articolo 75 del dpr
309/1990, il questore può disporre, previo accertamento da parte della polizia
giudiziaria, un divieto di accesso ai locali da ballo fino al massimo di un
anno. Porte delle discoteche sbarrate anche per chi sia condannato anche con
sentenza non definitiva, oppure solo denunciato per reati relativi a sostanze
stupefacenti o per chi ha partecipato a risse in discoteca. L’emendamento si
snoda per 14 commi e di fatto riproduce lo stesso meccanismo del Daspo per gli
stadi nei locali da ballo e discoteche. Sarà ammissibile questo emendamento in
un decreto che per quanto riguarda il contrasto a fenomeni di illegalità e
violenza fa esplicito riferimento alle manifestazioni sportive? Difficile dirlo,
comunque la valutazione spetterà a Donatella Ferranti che con Sisto presiede l’esame
congiunto del decreto nelle commissioni prima e seconda.
martedì 16 settembre 2014
3 DEPUTATI VANNO AL CSM ECCO CHI ARRIVA AL LORO POSTO
Tre dei nuovi componenti del CSM eletti dal Parlamento in
questi giorni sono deputati attualmente in carica. Essendo i due incarichi
incompatibili a giorni Giovanni Legnini del Pd, Antonio Leone di Ncd e Renato
Balduzzi di Scelta Civica abbandoneranno il proprio scranno a Montecitorio per
trasferirsi a Piazza Indipendenza (Sede del Csm). Vediamo dunque chi sono i tre
che, come previsto dalla legge diventeranno deputati in loro sostituzione.
Giovanni Legnini, che oltre alla carica di deputato lascerà anche quella di
sottosegretario all’economia è stato eletto in Abruzzo ed in questa
circoscrizione il primo dei non eletti è Giovanni Lolli che, però, attualmente
è vice presidente della Regione e assessore alla ricostruzione. Qualora Lolli
optasse per rimanere in regione le porte della Camera si aprirebbero per
Gianluca Fusilli. Antonio Leone, invece, è stato eletto nella circoscrizione
Puglia dove il primo dei non eletti risulta essere Trifone Altieri. In questo caso c’è da capire se il
subentrante, candidatosi a febbraio 2013 nelle liste dello ormai scomparso Pdl
si iscriverà al gruppo Ncd, al quale appartiene Leone, oppure se si iscriverà a
Forza Italia. Leone, all’interno della Camera dei Deputati lascerà vacante
anche la presidenza del Consiglio di Giurisdizione, ovvero uno degli organi di
giurisdizione interna di Montecitorio. Infine le dimissioni di Renato Balduzzi,
eletto nella circoscrizione Piemonte 2, consentiranno l’ingresso nell’emiciclo
di Montecitorio a Giovanni Falcone, che risulta essere il primo dei non eletti
nella lista di Scelta Civica. Anche in questo caso si vedrà a quale gruppo si
iscriverà Falcone visto che l’originario gruppo di Scelta Civica per l’Italia è
oggi scisso in due (Scelta Civica e Per l’Italia).
lunedì 15 settembre 2014
GRASSO (E BOLDRINI) HANNO RAGIONE SU CSM E CONSULTA MA DIANO ESEMPIO CONCRETO IN AULA
Il Presidente del Senato Pietro Grasso ha tentato di
sollecitare in maniera “decisa” il Parlamento al fine di sbloccare lo stallo
che perdura ormai da tempo riguardo all’elezione dei componenti mancanti del
Csm e della Corte Costituzionale. Grasso da ultimo, quale argomento di
pressione istituzionale, ha paventato l’ipotesi di scioglimento delle Camere.
Dal canto suo anche la Presidente Boldrini ha fatto sentire più volte la sua
voce, manifestando il suo disagio istituzionale, in merito all’incapacità o
alla cattiva volontà del Parlamento nell’assolvere ai compiti che la
costituzione gli assegna, ed inoltre ha mantenuto la promessa minaccia di convocare a ripetizione il parlamento in seduta comune. Ovviamente i
presidenti delle due camere, come pure il capo dello stato, hanno ragione in
tal senso. Ma alle parole dovrebbero seguire anche fatti e comportamenti consequenziali.
Se per i presidenti Grasso e Boldrini, la mancata elezione dei giudici
costituzionali e dei membri del csm costituisce una patologia costituzionale
non più sopportabile, allora dovrebbero per primi dare il buon esempio, anche
fisicamente, di quanto per loro sia
indispensabile sbloccare lo stallo. Come? Presiedendo fisicamente ed
ininterrottamente le sedute del Parlamento in seduta comune fino al
conseguimento del risultato . Come noto il Parlamento in seduta comune è
presieduto dal Presidente della Camera, ma un seggio alla presidenza è
riservato per il Presidente del Senato. Fino ad oggi invece, su otto sedute
svolte dal 12 giugno (quando si dovevano eleggere solo i giudici
costituzionali) Boldrini e Grasso si sono visti in aula solo in tre occasioni e
per un tempo limitato, mentre in tutti gli altri casi la presidenza della
seduta è stata affidata ai vice presidenti della Camera. In particolare nella
seduta del 10 settembre, ovvero quando l’emergenza era da tempo conclamata,
Boldrini e Grasso sono rimasti in aula per circa 55 minuti, in una giornata che
tra chiame e sospensioni varie è iniziata alle 9 del mattino e si è conclusa
alle 23,48 di sera.
Ovviamente la seconda e la terza carica dello stato hanno
agende fittissime di impegni che, sovente, sono di grande importanza
istituzionale, ma se si ritiene che vi sia in corso un’ emergenza con rilievi
costituzionali da sbloccare ad ogni costo, beh allora anche la loro costante
presenza ai banchi della presidenza (ovviamente con qualche pausa che consenta
loro di ritemprarsi fisicamente) sarebbe la pressione istituzionale più auspicabile.
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