venerdì 26 settembre 2014

ALLA CAMERA NON TUTTE LE ASSENZE SARANNO UGUALI: IL SITO INDICHERA' QUELLE GIUSTIFICATE



La camera dei Deputati si appresta a modificare sul proprio sito istituzionale lo schema riepilogativo che per ogni deputato da conto della partecipazione alle votazioni effettuate. Ad oggi lo schema da conto del numero di votazioni effettuate (in un determinato mese o in totale dall’inizio della legislatura) delle votazioni nelle quali il deputato risulta in missione ed infine delle votazioni alle quali il deputato non ha preso parte. Poiché le assenze al voto suscitano sempre molto interesse e, sovente, qualche polemica la novità che verrà introdotta riguarderà proprio quest’ultima voce, ovvero i voti ai quali non si è preso parte inserendo una nuova colonna che da conto dei voti mancati in quanto assenti giustificati. A darne conto è una circolare dei questori vergata ieri e diramata oggi a tutti i 630 deputati. Ovviamente, ricordano i questori, sarà cura dei deputati interessati  far pervenire le eventuali giustificazioni all’ufficio preposto entro il giorno 5 del mese successivo a quello in cui si è verificata l’assenza. Il dato sulle assenze giustificate, specificano i questori non sarà obbligatorio per tutti, ma verrà inserito solo per i deputati che ne facciano richiesta. Viste le percentuali di assenze e la delicatezza del tema è probabile che almeno su questo punto si registrerà l’unanimità di consensi, ovviamente da parte dei Deputati che leggono le mail che la Camera gli invia o che consultano l’area documentale loro riservata sul sito internet della Camera.

giovedì 25 settembre 2014

ALL'INTERNO DEL PD TUTTO FA BRODO PER POLEMIZZARE CON LA BOSCHI


Che la minoranza Pd sia sul piede di guerra in tema di articolo 18 è noto. La cosa che colpisce è che qualcuno, cercando di utilizzare ogni appiglio per la polemica interna, rischia di esporsi a scivoloni grossolani. Indicativo in questo senso un episodio di ieri che è rimasto circoscritto nell’ambito dei social network. La ministra Maria Elena Boschi aveva appena risposto ad un question time in tema di legge elettorale, e va detto che, grazie anche al testo dell’interrogazione un po’ originale, il ministro aveva avuto la possibilità di fare bella figura ribadendo che il governo non ha mai avuto dubbi di costituzionalità sull’Italicum e che l’approvazione della nuova legge elettorale rimane una priorità e che come tale sarà perseguita. Improvvisamente dopo qualche ora ecco che arriva un tweet del deputato Giuseppe Lauricella, immediatamente retwittato dal deputato Enzo Lattuca, entrambi della minoranza Pd. “Maria Elena Boschi dice che è urgente approvare la legge elettorale. Forse vivo in un altro pianeta, ma disoccupati e crisi non sono più urgenti?” scrive Lauricella. Ovviamente ogni posizione è legittima e rispettabile, ma contestare ad un ministro di aver espresso determinate opinioni su un tema in risposta ad un’interrogazione a risposta immediata e allo stesso tempo di aver tralasciato temi che dell’interrogazione non erano oggetto o costituisce una clamorosa gaffe oppure un tentativo di polemica assai strampalata. Anche perché proviamo a pensare per un istante cosa sarebbe potuto accadere se il Ministro Boschi interrogata in aula su una questione specifica in materia di legge elettorale avesse inserito nella risposta le tematiche relative all’articolo 18.

martedì 23 settembre 2014

LA PDL CHE ELIMINA I LIMITI DI ALTEZZA PER POLIZIA E FORZE ARMATE SI APPRESTA A RIPARTIRE MA CON QUALCHE POLEMICA


La proposta di legge che vuole eliminare i limiti di altezza per le assunzioni in Polizia, nelle forze armate e nei vigili del fuoco si appresta a riemergere dalle nebbie dove sembrava essersi persa dopo l'unica seduta delle commissioni riunite I e IV di Montecitorio, svoltasi il 3 giugno scorso. Oggi si è svolto l'ufficio di presidenza congiunto delle due commissioni con all'ordine del giorno la nuova calendarizzazione  della proposta di legge nelle prossime settimane. A sorpresa si è trattato di un ufficio di presidenza un po' turbolento nel quale non è mancata una mezza polemica tra il capo gruppo del Pd in I commissione, Emanuele Fiano, e il presidente della Commissione difesa Elio Vito. Oggetto del contendere le audizioni che Fiano aveva proposto a giugno scorso, ma che non sono state svolte e che la commissione IV non vorrebbe svolgere. In realtà sulla proposta di legge sembrano esservi diverse sensibilità tra le due commissioni, in particolare sulla priorità da dare alla sua approvazione. In IV commissione, infatti, il consenso sembra pressochè unanime al punto che sarebbero già state raccolte le firme necessarie per la richiesta di passaggio in sede legislativa (approvazione direttamente in commissione senza dover passare dall'aula). In prima commissioni non ci sono dissensi espliciti verso l'abolizione dei limiti di altezza per l'assunzione in polizia e vigili del fuoco, già approvata dal Senato, ma forse qualche remora in più. Infatti in questa commissione ancora non si era posta materialmente la questione della sede legislativa, e soprattutto c'è stata questa richiesta pendente di audizione da parte del capo gruppo Pd che, comunque è indicativa, visto che si vuole audire una voce, quella dell'associazione nazionale funzionari di polizia, che ha sollevato dei dubbi.

giovedì 18 settembre 2014

FORZA ITALIA PROPONE IL DASPO PER LE DISCOTECHE



Sul Daspo Forza Italia non lascia ma raddoppia e ne propone una versione nuova e originale per i frequentatori delle discoteche italiane. L’emendamento 4.02 a firma Sisto e Brunetta, inserito nel fascicolo degli emendamenti presentati al Dl sugli stadi, propone infatti che nei confronti delle persone che, per farne uso personale, all’interno delle discoteche consumano o ricevono o comunque detengono sostanze stupefacenti di cui all’articolo 75 del dpr 309/1990, il questore può disporre, previo accertamento da parte della polizia giudiziaria, un divieto di accesso ai locali da ballo fino al massimo di un anno. Porte delle discoteche sbarrate anche per chi sia condannato anche con sentenza non definitiva, oppure solo denunciato per reati relativi a sostanze stupefacenti o per chi ha partecipato a risse in discoteca. L’emendamento si snoda per 14 commi e di fatto riproduce lo stesso meccanismo del Daspo per gli stadi nei locali da ballo e discoteche. Sarà ammissibile questo emendamento in un decreto che per quanto riguarda il contrasto a fenomeni di illegalità e violenza fa esplicito riferimento alle manifestazioni sportive? Difficile dirlo, comunque la valutazione spetterà a Donatella Ferranti che con Sisto presiede l’esame congiunto del decreto nelle commissioni prima e seconda.

martedì 16 settembre 2014

3 DEPUTATI VANNO AL CSM ECCO CHI ARRIVA AL LORO POSTO



Tre dei nuovi componenti del CSM eletti dal Parlamento in questi giorni sono deputati attualmente in carica. Essendo i due incarichi incompatibili a giorni Giovanni Legnini del Pd, Antonio Leone di Ncd e Renato Balduzzi di Scelta Civica abbandoneranno il proprio scranno a Montecitorio per trasferirsi a Piazza Indipendenza (Sede del Csm). Vediamo dunque chi sono i tre che, come previsto dalla legge diventeranno deputati in loro sostituzione. Giovanni Legnini, che oltre alla carica di deputato lascerà anche quella di sottosegretario all’economia è stato eletto in Abruzzo ed in questa circoscrizione il primo dei non eletti è Giovanni Lolli che, però, attualmente è vice presidente della Regione e assessore alla ricostruzione. Qualora Lolli optasse per rimanere in regione le porte della Camera si aprirebbero per Gianluca Fusilli. Antonio Leone, invece, è stato eletto nella circoscrizione Puglia dove il primo dei non eletti risulta essere Trifone  Altieri. In questo caso c’è da capire se il subentrante, candidatosi a febbraio 2013 nelle liste dello ormai scomparso Pdl si iscriverà al gruppo Ncd, al quale appartiene Leone, oppure se si iscriverà a Forza Italia. Leone, all’interno della Camera dei Deputati lascerà vacante anche la presidenza del Consiglio di Giurisdizione, ovvero uno degli organi di giurisdizione interna di Montecitorio. Infine le dimissioni di Renato Balduzzi, eletto nella circoscrizione Piemonte 2, consentiranno l’ingresso nell’emiciclo di Montecitorio a Giovanni Falcone, che risulta essere il primo dei non eletti nella lista di Scelta Civica. Anche in questo caso si vedrà a quale gruppo si iscriverà Falcone visto che l’originario gruppo di Scelta Civica per l’Italia è oggi scisso in due (Scelta Civica e Per l’Italia).

lunedì 15 settembre 2014

GRASSO (E BOLDRINI) HANNO RAGIONE SU CSM E CONSULTA MA DIANO ESEMPIO CONCRETO IN AULA



Il Presidente del Senato Pietro Grasso ha tentato di sollecitare in maniera “decisa” il Parlamento al fine di sbloccare lo stallo che perdura ormai da tempo riguardo all’elezione dei componenti mancanti del Csm e della Corte Costituzionale. Grasso da ultimo, quale argomento di pressione istituzionale, ha paventato l’ipotesi di scioglimento delle Camere. Dal canto suo anche la Presidente Boldrini ha fatto sentire più volte la sua voce, manifestando il suo disagio istituzionale, in merito all’incapacità o alla cattiva volontà del Parlamento nell’assolvere ai compiti che la costituzione gli assegna, ed inoltre ha mantenuto la promessa minaccia di convocare a ripetizione il parlamento in seduta comune.  Ovviamente i presidenti delle due camere, come pure il capo dello stato, hanno ragione in tal senso. Ma alle parole dovrebbero seguire anche fatti e comportamenti consequenziali. Se per i presidenti Grasso e Boldrini, la mancata elezione dei giudici costituzionali e dei membri del csm costituisce una patologia costituzionale non più sopportabile, allora dovrebbero per primi dare il buon esempio, anche fisicamente,  di quanto per loro sia indispensabile sbloccare lo stallo. Come? Presiedendo fisicamente ed ininterrottamente le sedute del Parlamento in seduta comune fino al conseguimento del risultato . Come noto il Parlamento in seduta comune è presieduto dal Presidente della Camera, ma un seggio alla presidenza è riservato per il Presidente del Senato. Fino ad oggi invece, su otto sedute svolte dal 12 giugno (quando si dovevano eleggere solo i giudici costituzionali) Boldrini e Grasso si sono visti in aula solo in tre occasioni e per un tempo limitato, mentre in tutti gli altri casi la presidenza della seduta è stata affidata ai vice presidenti della Camera. In particolare nella seduta del 10 settembre, ovvero quando l’emergenza era da tempo conclamata, Boldrini e Grasso sono rimasti in aula per circa 55 minuti, in una giornata che tra chiame e sospensioni varie è iniziata alle 9 del mattino e si è conclusa alle 23,48 di sera.
Ovviamente la seconda e la terza carica dello stato hanno agende fittissime di impegni che, sovente, sono di grande importanza istituzionale, ma se si ritiene che vi sia in corso un’ emergenza con rilievi costituzionali da sbloccare ad ogni costo, beh allora anche la loro costante presenza ai banchi della presidenza (ovviamente con qualche pausa che consenta loro di ritemprarsi fisicamente) sarebbe la pressione istituzionale più auspicabile.