venerdì 27 giugno 2014

LA MADIA RIAPRE LA PORTA ALLE NOMINE POLITICHE NEI CDA



Il decreto sulla semplificazione varato dal governo Renzi non è male. Per carità niente di epocale. E’ solo composto da molte norme alle quali sarà complicato dire di no, ovviamente con motivazioni valide, da parte delle opposizioni. Al suo interno c’è però una norma furbetta, che va a cancellare una delle disposizioni varate dal governo Monti in tema di cda delle partecipate. Monti nel decreto 95 del 2012 aveva ridotto il numero dei componenti di molti cda, portandoli da 5 a 3, e aveva aggiunto che due su tre dovessero essere dipendenti dell’amministrazione controllante. Questa norma riduceva ulteriormente lo spazio per le nomine di natura politica.
L’articolo 16 del decreto 90, al comma 1 ha modificato questa disposizione eliminando l’obbligo che due dei tre membri dei cda delle partecipate debbano essere dipendenti dell’amministrazione titolare della partecipazione. Va da se che le nomine di natura politica tornano a guadagnare due poltrone a cda.

mercoledì 25 giugno 2014

EVENTO STORICO ANCHE SE NON PRODURRA' EFFETTI



Il confronto pubblico tra Pd e M5S in tema di legge elettorale costituisce un evento storico della politica italiana. Chiunque l’abbia seguito con un minimo di attenzione si è reso conto che concretamente e nel merito dell’approvazione della nuova legge elettorale non produrrà alcun esito, sia perché sul punto dirimente della governabilità, o più precisamente sul fatto se le alleanze debbano essere stipulate prima o dopo il voto, le posizioni sono rimaste opposte. Sià perché con un testo già approvato in prima lettura alla Camera non è nelle cose che si azzeri tutto e si ricominci daccapo discutendo su un nuovo testo, il democratellum, come chiesto da M5S.
Nonostante ciò il confronto va considerato comunque un evento storico e positivo perché segna una novità inaudita fino ad ora per la politica italiana. Per la prima volta due forze politiche, le due principali forze politiche del paese, si sono confrontate seriamente sulla legge elettorale in maniera pubblica, in modo che chiunque lo avesse voluto, anche grazie alla diretta televisiva, avrebbe potuto seguirlo dall’inizio alla fine. Certamente non sono mancate battute maliziose, rivolte più alle telecamere che al merito del confronto, da una parte e dall’altra. I riferimenti all’arresto di Genovese e alle tessere fasulle da parte del M5S e il riferimento a Farage e la battuta sui 5 comuni su ottomila da parte di Renzi, ma questa volta al tavolo si è parlato soprattutto di questioni di merito.  Si è parlato di collegi, di preferenze, di circoscrizioni, di uno o due turni, lasciando da parte la spettacolarizzazione.
Il merito di questa clamorosa innovazione è dovuto oggettivamente alla presenza di una forza politica come M5S. Certamente anche a Renzi e al Pd va riconosciuto il merito e il coraggio di essere stati i coprotagonisti dell’evento, addirittura è stato il Pd il primo a chiedere la diretta streaming, ma è difficile pensare che nella nostra politica si potesse mai arrivare a questo punto di chiarezza e trasparenza se, pur con tutti i difetti e i limiti che si porta dietro, non avesse fatto il suo ingresso da protagonista sulla scena un soggetto come il Movimento 5 Stelle.
Al 5 stelle si deve rimproverare di essersi mosso tardi sulla legge elettorale, di essere rimasto a fare i massaggi negli spogliatoi per tutto il primo tempo della gara. E di essersi risolto ad entrare in campo solo a seguito dello contraccolpo psicologico di una sconfitta elettorale che i pentastellati hanno percepito in misura notevolmente maggiore della sua effettiva portata, e, almeno sulle prime come semplice escamotage tattico.
Ciò detto, oggi si è comunque compiuto un altro importante passo verso il rinnovamento del modo di fare politica, ed il merito è dei cinque stelle e dell’uomo politico, Renzi, che più di tutti, non solo ha le doti, ma è naturalmente predisposto a giocare su questo nuovo terreno.

martedì 24 giugno 2014

SULLA CINA NIENTE GAFFE DI RENZI MA LA CAMERA MODIFICA LA FRASE DEL PREMIER



Vittorio Zucconi ha rimproverato a Matteo Renzi di aver fatto una gaffe nel suo intervento alla Camera, posizionando in Cina il luogo di nascita di Marco Polo e Matteo Ricci. Ascoltando l’audio dell’intervento del presidente del Consiglio ci si accorge che non è così, anche se la frase non è chiarissima e soprattutto Renzi sbaglia la pausa sulla parola Cina. Renzi dice “Ma può essere nella terra che ha dato i natali a Marco Polo e Matteo Ricci, la Cina, semplicemente un grande mercato dove andare a piazzare i nostri prodotti…” Come detto Renzi sbaglia la pausa e dunque ad un primo ascolto si può pensare che sia incorso nella gaffe denunciata da Zucconi. Se però si ascolta una seconda volta è evidente che nella costruzione della frase di Renzi la Cina è riferita al grande mercato e non alla terra di nascita di Polo e Ricci.
Quello che è però interessante notare è la zelante benevolenza del resoconto stenografico in corso di seduta della Camera che , per rendere più chiara la frase del premier, non riporta le parole nello stesso ordine in cui le ha pronunciate, ma modifica addirittura la costruzione della frase in questo modo “Ma la Cina può essere, nella terra che ha dato i natali a Marco Polo e a Matteo Ricci, semplicemente un grande mercato dove andare a piazzare i nostri prodotti o, viceversa, una minaccia dalla quale cercare di difendersi”.
Totò e Peppino, nelle vesti dei fratelli Capone, avrebbero detto fai vedere che abbondiamo.

giovedì 19 giugno 2014

IL GOVERNO ACCOGLIE UNA MOZIONE DICHIARANDO DI NON AVERLA LETTA



Quanto valga l’approvazione di una mozione alla Camera lo rende esplicito il sottosegretario alla Funzione Pubblica Angelo Rughetti che ieri, chiamato ad esprime il parere del governo su una mozione unitaria di tutti i gruppi parlamentari in tema di semplificazione normativa, ha detto testualmente “il Governo esprime parere positivo sul testo della mozione. Ringrazio anche i sottoscrittori per il lavoro di sintesi che è stato fatto. Io non l'ho letta nella versione finale, ma mi riservo di fare qualche eventuale integrazione durante la discussione”
Dunque il governo ha espresso parere favorevole ad un atto di indirizzo che, il suo rappresentante per sua stessa ammissione non ha neppure letto. Più che un rischio per il governo le parole di Rughetti dovrebbero preoccupare i presentatori dell’atto, perché dimostrano quanto il governo ritenga vincolanti gli impegni previsti da una mozione. Così poco da permettersi di dare via libera a scatola chiusa, rassicurato dal fatto che tanto rimarranno sulla carta.

martedì 17 giugno 2014

E LA CAMERA CONCEDE UNA SALA PER UN CONVEGNO-VETRINA SUL RUOLO DEL KAZAKHSTAN



I clamori e il mezzo incidente diplomatico creatosi con il caso Shalabayeva sembrano ormai dimenticati. Almeno alla Camera dei Deputati.  Oggi infatti l’ambasciatore Kazako Andrian Yelemessov è ospite alla Camera dei deputati, come protagonista di un convegno che si svolge nella sala Mercede di Palazzo Marini. La Tavola rotonda è organizzata dall’associazione Isiamed ed ha come tema “Geopolitica multipolare, il ruolo del Kazakhstan”.  Un’ occasione per illustrare il ruolo che il Kazakhstan sta svolgendo e si propone di svolgere in campo diplomatico ed economico nella propria regione, si tratta dunque di un’iniziativa anche diplomatica e di immagine. Non è un caso che tra il materiale fornito ai partecipanti vi sia anche un volumetto in cui è raccolto il messaggio al popolo del Kazakhstan del Presidente della Repubblica e Leader della nazione Nursultan Nazarbayev, dal titolo “La via del Kazakhstan-2050”.
Un po’ a sorpresa ad introdurre l’iniziativa vi è il deputato del Pd Ettore Rosato, membro della commissione affari costituzionali e delegato d’aula del Pd. A questo punto sarebbe interessante sapere chi alla Camera ha fatto da tramite per riservare la sala e se questa, come di prassi, è stata concessa a titolo gratuito.