martedì 28 aprile 2015

E' ARRIVATA LA FIDUCIA SULL'ITALICUM



Che la fiducia sulla legge elettorale sarebbe arrivata si sapeva. Quello che sorprende è che sia arrivata immediatamente e già nella seduta odierna, anche alla luce dell’ ottimo risultato ottenuto da governo e maggioranza nelle prime votazioni a scrutinio segreto svolte in mattina.
Sulle pregiudiziali di costituzionalità, su quelle di merito e sulla sospensiva presentate dalle forze di opposizione e votate tutte a voto segreto, il governo ha ottenuto una maggioranza ampissima di circa 170 voti.
Ciò non ostante alla ripresa della seduta pomeridiana, quando sarebbe dovuto iniziare l’esame degli emendamenti, il Ministro Boschi ha apposto la fiducia tra le urla e le proteste delle minoranze. Trattandosi di un disegno di legge composto di più articoli il ministro ha dichiarato che il governo ha apposto tre fiducie, una sull’articolo 1 del provvedimento, una sull’articolo 2 ed un’ultima sull’articolo 4, senza modifiche e sul testo approvato dalla commissione (l’articolo 3 del disegno di legge essendo già stato approvato nello stesso testo nelle due letture precedenti da Camera e Senato non è infatti oggetto di esame in questa lettura della Camera).
Da ciò consegue che alla Camera si dovranno svolgere tre distinti voti di fiducia (che alla camera si vota per appello nominale di tutti i deputati) preceduti da altrettante dichiarazioni di voto. Il governo non ha potuto apporre un’unica fiducia perché in quel caso sarebbe stato costretto a presentare un maxiemendamento racchiudendo in un solo articolo i tre orticoli che ne erano oggetto. Ma in questo caso il testo, se non nel contenuto, sarebbe comunque cambiato nella forma e questo avrebbe comunque imposto una nuova lettura al Senato.
 Alcuni esponenti delle opposizioni tra cui l’on. Sannicandro di Sel hanno sollevato alla presidenza la questione relativa all’impossibilità di apporre la fiducia sulla legge elettorale poiché tale materia rientra tra quelle per le quali è consentito il voto segreto.
La presidenza della Camera ha replicato richiamandosi all’articolo 116 comma 4 del regolamento della Camera letto in combinato disposto con l’articolo 49, e adducendo a sostegno di questa interpretazione numerosi precedenti (che però ovviamente non riguardavano la legge elettorale).

venerdì 24 aprile 2015

IL TESTO DELL'INFORMATIVA DI GENTILONI SU LO PORTO


Riportiamo di seguito lo stenografico dell'informativa svolta oggi alla Camera dal Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni sull'uccisione del cooperante Italiano Giovanni Lo Porto.

PAOLO GENTILONI SILVERI, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, signora Presidente. Onorevoli colleghi, innanzitutto mi unisco alle parole della Presidente della Camera, rinnovando le condoglianze e la vicinanza del Governo e mia personale alla madre di Giovanni Lo Porto, la signora Giusi, e a tutti i familiari e ai suoi amici.
  Giovanni era un volontario generoso ed esperto del mondo della cooperazione allo sviluppo, ultimamente attivo nella ONG tedesca Welt Hunger Hilfe. Giovanni, che in famiglia era chiamato Giancarlo, ha vissuto dedicandosi agli altri e lo ha fatto in maniera concreta, fin dagli anni della sua laurea in cooperazione internazionale presa a Londra, dei suoi viaggi in diversi Paesi del continente africano, ad Haiti, in Birmania e, da ultimo, in Pakistan, dove aveva lavorato anche per ONG italiane, ovunque per portare solidarietà e fattiva assistenza ai più deboli e alle popolazioni sofferenti.
  Lo ha fatto con convinzione e consapevolezza, sapendo bene quali erano le sue responsabilità e le aspettative che le persone avevano nei confronti del suo lavoro e con altrettanta determinazione ed entusiasmo ha sempre portato avanti la sua attività di operatore umanitario: un'attività, cari colleghi, in cui migliaia di nostri volontari sono impegnati in decine di Paesi, nei campi profughi, negli ospedali, nell'assistenza ai più deboli; un'attività in cui crescono i pericoli in questi anni e deve crescere la prudenza, ma, soprattutto, deve crescere il sostegno nostro, del Governo e del Parlamento, e la nostra vicinanza, perché questa attività fa onore all'Italia.
  Giovanni Lo Porto era stato rapito il 19 gennaio 2012 in un'area della regione del Punjab, al confine tra Afghanistan e Pakistan, dove era andato con un collega tedesco, Bernd Muehlenbeck, per prestare assistenza di emergenza alle popolazioni di una zona rurale, la zona di Multan, che era stata pesantemente colpita da alluvioni. Il cooperante tedesco, anch'egli sequestrato insieme a Giovanni, era stato successivamente separato da Lo Porto, per poi essere liberato in Afghanistan, dove è stato rilasciato il 10 ottobre 2014, alla periferia di Kabul.
  Il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha informato il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nella tarda serata del 22 aprile scorso, che, purtroppo, il cooperante americano Warren Weinstein, professore di diritto ed economia dello sviluppo, rapito in Pakistan il 13 agosto 2011, e il nostro connazionale Giovanni Lo Porto avevano perso la vita a seguito di un bombardamento effettuato a metà gennaio da velivoli americani a pilotaggio remoto, i cosiddetti droni, in un'area, appunto, a ridosso del confine tra Pakistan e Afghanistan.

mercoledì 22 aprile 2015

GENTILONI CONFONDE LE RISOLUZIONI CON LE MOZIONI



Al primo punto all’ordine del giorno della Camera, oggi, vi erano le comunicazioni del Presidente del Consiglio in vista del Consiglio Europeo del prossimo 23 aprile 2015, convocato d’urgenza a seguito della recente tragedia che ha visto morire in mare circa 800 migranti.
Come sempre in queste occasioni è previsto che i gruppi presentino delle risoluzioni al fine di impegnare il governo sulle linee politiche da tenere in tale sede internazionale.  Dopo la relazione del premier Renzi e le repliche dei gruppi è toccato al Ministro degli esteri Paolo Gentiloni esprimere il parere sulle risoluzioni presentate.
Gentiloni è incorso in una piccola gaffe più che altro formale, scambiando le risoluzioni, per mozioni parlamentari e continuandole a definire in questo modo.
L’episodio sarebbe assolutamente marginale, anche perché, seppure per gli addetti ai lavori e per quanto riguarda i tempi di discussione, le mozioni sono una cosa e le risoluzioni un’altra, la sostanza è quella trattandosi di atti di indirizzo in entrambe i casi.
Dunque perché menzionare il caso? Perché qualcuno all’ufficio resoconti della Camera, almeno per quanto riguarda lo stenografico in corso di seduta ha ritenuto doveroso correggere il piccolo e veniale errore del Ministro, riportando a verbale il termine corretto di risoluzione al posto di quello di mozione. Peccato però che il video dell’intervento del Ministro renda evidente questa opera di bianchetto

lunedì 20 aprile 2015

I BALZI DEL CANGURO FANNO SENTIRE I LORO EFFETTI PURE ALLA CAMERA


Il canguro del Senato produrrà i suoi effetti anche sull’esame dell'Italicum alla Camera che oggi entra nel vivo in prima commissione. Il così detto canguro ha infatti inserito nel disegno di legge dell’Italicum un articolo 1 che pone solo una serie di principi, ma non apporta modifiche vere e proprie (le così dette novelle) al sistema elettorale attualmente in vigore, modifiche che sono state apportate in concreto invece dall’articolo 2 del testo. Questo però ha comportato la conseguenza che ai fini dell’ammissibilità degli emendamenti presentati al testo, questi dovranno riguardare in gran parte l’articolo 1 del provvedimento prevedendo le opportune modifiche consequenziali all’articolo 2. A specificarlo è una nota inviata dalla stessa prima commissione (che si riporta nell’immagine allegata a questo post) che appunto specifica come dovranno essere redatti gli emendamenti a pena della loro inammissibilità. Ciò contribuisce anche a ridurre preventivamente il numero di emendamenti che ipoteticamente potevano essere presentati, dal momento che gran parte degli emendamenti alle parti essenziali dell’articolo 1 e dell’articolo 2, dovranno essere contenuti in unico emendamento.

mercoledì 15 aprile 2015

IL PARADOSSO DELL'ITALICUM SULLE PREFERENZE M5S ELEGGERA' SOLO CAPILISTA BLOCCATI


Dalle simulazioni che abbiamo pubblicato ieri emerge un paradosso crudele. La forza politica che da sempre ha contestato le candidature bloccate con l’Italicum eleggerà tutti i suoi deputati proprio con le candidature bloccate. Al contrario il partito che non ha voluto eliminare le candidature bloccate dall’Italicum sarà quello che eleggerà più deputati con il voto di preferenza. Stiamo parlando ovviamente di M5S e PD.
M5S sarà l’unica forza politica che alle prossime elezioni non presenterà candidature plurime (cioè lo stesso candidato in più collegi). Se, come emerge dalle nostre simulazioni, M5S dovesse ottenere 100 deputati, essendo 100 i collegi plurinominali è abbastanza probabile che ad essere eletti sarebbero esclusivamente i loro capilista per i quali non si può esprimere voto di preferenza, mentre non sarebbe eletto nessuno dei candidati per i quali gli elettori pentastellati hanno scritto il nome sulla scheda.
Va da se, che a questo punto, le parlamentarie diverrebbero, per M5S, le vere elezioni per la Camera, perché grazie a quei risultati si attribuirebbero i posti di capilista nei collegi.
Al contrario il Pd, che è la forza politica che si rifiuta di apportare modifiche all’Italicum e dunque di introdurre un voto di preferenza per tutti i candidati, sarà il partito che, in caso di vittoria eleggerà la grande maggioranza dei suoi deputati con i voti di preferenza.

martedì 14 aprile 2015

I SEGGI CHE SI OTTERREBERO CON L'ITALICUM CON I VOTI DI EUROPEE E POLITICHE 2013



Al di là delle polemiche pubbliche l’Italicum è una legge elettorale che, se avvantaggia notevolmente il partito che vince le elezioni, al tempo stesso non fa male alle opposizioni, grandi o piccole che siano, dando ad ogni partito un motivo per farselo piacere o per considerarlo comunque il male minore
Infatti, alla lista che risulterà vincitrice, al primo turno o al ballottaggio che sia, verranno garantiti 340 seggi alla Camera ai quali si aggiungeranno, eventualmente, quelli ottenuti all'estero. Ai partiti di minoranza più grandi, come ad esempio M5S e FI assicura comunque un cospicuo numero di seggi, garantendo una buona rendita di posizione. 
Infine, ai partititi minori, grazie ad una soglia di accesso non impossibile del 3% (il Mattarellum e il Porcellum lo avevano al 4%), garantisce rappresentanza e, grazie soprattutto ai capilista bloccati, l’elezione sicura dei propri gruppi dirigenti. 
Tutto ciò emerge abbastanza chiaramente dalla simulazione svolta da questo blog insieme all’associazione Professione Parlamento ha realizzato applicando alle norme dell’Italicum, nella versione modificata dal Senato, sia i risultati delle europee 2014, sia quelli delle politiche 2013.
Simulazione 1 – con voti Europee 2014
Il Pd superando il 40% ottiene al primo turno il premio di maggioranza pari a 340 seggi. 
Il riparto dei seggi tra le liste di minoranza è il seguente: 
M5S 101, Forza Italia 81, Lega 29, Ncd 21, Lista Tsipras/Sel 19, Fratelli d’Italia 18.
Come si vede 5 Stelle e FI mantengono un’ottima rappresentanza parlamentare, mentre piccoli partiti ottengono tra i 21 e i 18 seggi.
Simulazione 2 – con voti politiche 2013
In questo caso si è ipotizzato un ricorso al ballottaggio tra Pd e M5S, con vittoria del Pd. In questo caso il Pd otterrebbe sempre 340 seggi. 
Mentre per le liste di minoranza la distribuzione sarebbe la seguente:
M5S 109, PDL 93, Scelta Civica 36, Lega 17, Sel 14.