Che la fiducia sulla legge
elettorale sarebbe arrivata si sapeva. Quello che sorprende è che sia arrivata
immediatamente e già nella seduta odierna, anche alla luce dell’ ottimo
risultato ottenuto da governo e maggioranza nelle prime votazioni a scrutinio
segreto svolte in mattina.
Sulle pregiudiziali di
costituzionalità, su quelle di merito e sulla sospensiva presentate dalle forze
di opposizione e votate tutte a voto segreto, il governo ha ottenuto una
maggioranza ampissima di circa 170 voti.
Ciò non ostante alla ripresa
della seduta pomeridiana, quando sarebbe dovuto iniziare l’esame degli
emendamenti, il Ministro Boschi ha apposto la fiducia tra le urla e le proteste
delle minoranze. Trattandosi di un disegno di legge composto di più articoli il
ministro ha dichiarato che il governo ha apposto tre fiducie, una sull’articolo
1 del provvedimento, una sull’articolo 2 ed un’ultima sull’articolo 4, senza
modifiche e sul testo approvato dalla commissione (l’articolo 3 del disegno di
legge essendo già stato approvato nello stesso testo nelle due letture
precedenti da Camera e Senato non è infatti oggetto di esame in questa lettura
della Camera).
Da ciò consegue che alla Camera
si dovranno svolgere tre distinti voti di fiducia (che alla camera si vota per
appello nominale di tutti i deputati) preceduti da altrettante dichiarazioni di
voto. Il governo non ha potuto apporre un’unica fiducia perché in quel caso
sarebbe stato costretto a presentare un maxiemendamento racchiudendo in un solo
articolo i tre orticoli che ne erano oggetto. Ma in questo caso il testo, se
non nel contenuto, sarebbe comunque cambiato nella forma e questo avrebbe
comunque imposto una nuova lettura al Senato.
Alcuni esponenti
delle opposizioni tra cui l’on. Sannicandro di Sel hanno sollevato alla
presidenza la questione relativa all’impossibilità di apporre la fiducia sulla
legge elettorale poiché tale materia rientra tra quelle per le quali è
consentito il voto segreto.
La presidenza della Camera ha replicato richiamandosi all’articolo
116 comma 4 del regolamento della Camera letto in combinato disposto con l’articolo
49, e adducendo a sostegno di questa interpretazione numerosi precedenti (che
però ovviamente non riguardavano la legge elettorale).