venerdì 21 novembre 2014

PORTE GIREVOLI A MONTECITORIO: DEPUTATI IN FUGA DAL MISTO


Porte girevoli a Montecitorio soprattutto per quanto riguarda i deputati iscritti al gruppo Misto e le componenti interne a questo gruppo. Nel giro di pochi giorni in fatti sono scomparse due componenti costituite all’interno del misto, una, quella di Centro democratico, costituitasi ad inizio legislatura, ed un’altra, quella di Led, costituitasi solo pochi mesi fa nel luglio 2014. Nel primo caso si è verificata una diaspora che ha visto da ultimo tre deputati ( Bruno Tabacci, Roberto Capelli e Carmelo Lo Monte) entrare nel gruppo di Per L’Italia, ed in precedenza l’abbandono del deputato Pisicchio e del Deputato Formisano rimasti nel misto ma non iscritti ad alcuna componente. La componente LED, invece, costituita dai fuoriusciti di Sel guidati da Gennaro Migliore, si è accasata nella quasi totalità nel gruppo del Partito Democratico, che così ha raggiunto la cifra monstre di 307 iscritti (con altri 8 deputati da solo avrebbe la maggioranza assoluta alla Camera). La scomparsa di queste due componenti interne al misto ha giovato anche alla Componente socialista che ha registrato due nuovi ingressi, quello di Claudio Fava e quello dell’ex penta stellato Ivan catalano. Per gli amanti delle statistiche parlamentari si segnala il terzo ritorno di Tabacci nell’Udc (che è l’azionistadi maggioranza del gruppo Per l’Italia). Dopo una prima rottura in vista delle elezioni del 2008 con la creazione della Rosa Bianca insieme a Savino Pezzotta, Tabacci si era poi accasato nel corso della XVI legislatura sempre nel gruppo Udc. Sul finire di quella legislatura ne era uscito per dar vita alla formazione Centro Democratico. Ed ora si registra il terzo ritorno. Per gli amanti delle indiscrezioni invece segnaliamo che a breve potrebbe ricomparire alla Camera la sigla di un partito, l’Idv, che era rimasto fuori alle ultime elezioni.

venerdì 7 novembre 2014

UN DEPUTATO E LA BOLDRINI FANNO CONFUSIONE SULLE MISSIONI DEI PARLAMENTARI



Nel corso della seduta di ieri uno dei deputati d’aula del gruppo Movimento 5 Stelle ha chiesto un chiarimento alla presidente Boldrini in merito al meccanismo di funzionamento delle così dette “missioni parlamentari”, ovvero la possibilità che alcuni deputati hanno di non partecipare ai lavori dell’aula essendo giustificati e non essendo conteggiati ai fini della determinazione del numero legale. Il Deputato Crippa chiede in sostanza come sia possibile che alcuni colleghi che, poche ore prima lui aveva visto votare in commissione, alla ripresa dell’aula risultassero in missione. La Presidente Boldrini non da una risposta nel merito, ma si riserva di riflettere sulla questione ed eventualmente investire la giunta per il regolamento. In realtà il meccanismo è un po’ complesso, ma non al punto tale che un deputato non sia in grado di conoscerlo e, soprattutto che la Presidente della Camera non sia in grado di dare una risposta nel merito.
Fino alla metà della scorsa legislatura la “missione” era prevista solo per i lavori d’aula. I deputati che ne avevano facoltà inviavano un fax al servizio assemblea con su scritto più o meno “On. Presidente le sarei grato considerarmi in missione per la seduta del…per impegni connessi al mio incarico”. Quando poi nel corso della legislatura XVI si è deciso di inserire la (pseudo) registrazione delle presenze in commissione e di collegarla (blandamente) ad un eventuale penalizzazione pecuniaria, la missione è stata automaticamente estesa anche ai lavori di commissione. Così nel fax precedente, che si invia sempre al servizio assemblea, ora si scrive “On. Presidente le sarei grata considerarmi in missione per la seduta d’aula del… e per la seduta della commissione …del … per impegni connessi al mio incarico”. Le due missioni, però, seppure dichiarabili con una sola comunicazione sono tra loro indipendenti. Il che significa che se partecipo ai lavori d’aula nella giornata in cui avevo chiesto la missione, questa decade per l’aula ma rimane in vigore per la commissione e viceversa. Addirittura è possibile richiedere la missione solo per l’aula o la commissione nella stessa giornata. Ad esempio un segretario di presidenza che è di turno in aula non può mettersi in missione per quella stessa giornata (salvo che non chieda di essere sostituito), ma può mettersi in missione per la seduta della commissione di cui è componente. Che un delegato d’aula non conosca questo meccanismo, seppure un po’ contorto, sorprende, ma sorprende ancora di più la risposta fornita dalla presidente Boldrini.

Il dialogo tra Crippa e Boldrini nel resoconto stenografico

DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente. Visto che c’è ancora qualche minuto prima della votazione, vorrei fare un richiamo al Regolamento ai sensi dell'articolo 46, comma 2, sulla questione dei deputati in missione.
  Visto che incidono in maniera determinante sul numero legale, vorrei segnalare che questa mattina, durante una votazione segreta nel corso dei lavori di Commissione (le Commissioni VIII e X) per una nomina personale che doveva essere eseguita, alcuni deputati in missione hanno potuto esercitare il loro diritto di Pag. 21voto, facendo così cadere la missione. Arrivato in Aula, viene letto dalla Presidenza l'elenco dei deputati in missione: questi deputati figuravano nuovamente in missione.
  Allora la domanda è la seguente. Visto che, a mio avviso, ci dovrebbe essere una seconda comunicazione, ossia per il deputato che era in missione da questa mattina, avendo votato in Commissione, decade la sua missione, se è necessario che il deputato stesso venga messo nuovamente in missione per l'Aula, dovrebbe esserci una nuova comunicazione alla Presidenza della sua missione. Visto che alcuni dei deputati non sono qui presenti, avendo votato, però, questa mattina, vorrei capire come verranno conteggiati ai fini del numero legale.
  Poi, forse sarebbe opportuno stabilire – magari è una mia mancanza, non so dell'esistenza – un meccanismo di segnalazione automatica nella Commissione, che in fase di votazione rilevi la presenza di un deputato in missione, e una comunicazione tempestiva alla segreteria dell'Aula per farne decadere la missione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  PRESIDENTE. Deputato Crippa, capisco bene la questione da lei sollevata. Diciamo che mi riserverei di rifletterci e comunque, eventualmente, potremmo portarla in Giunta per sottoporla all'attenzione dei suoi componenti e farlo subito, perché mi rendo conto della sua richiesta (Commenti del deputato Crippa).
  Deputato Crippa, io ho preso atto della sua richiesta, che mi sembra meritevole di attenzione. Come le ho detto, mi ci faccia riflettere ed eventualmente, quanto prima, potremmo portarla in Giunta. Però mi ci lasci pensare. Vuole di nuovo la parola ? Prego.
  DAVIDE CRIPPA. Un minuto solo, neanche, meno: vorrei capire in questa votazione come verranno gestiti quei deputati che sono decaduti dalla missione in Commissione.
  Poi giustamente lei decide di approfondire la tematica nella Giunta per il Regolamento, però io vorrei capire adesso, come gestiamo la votazione prossima, grazie.
  PRESIDENTE. Mi ci faccia pensare un attimo, perché lei me lo sta riferendo, io devo prendere atto della situazione e poi glielo faccio sapere per le vie brevi.
  A questo punto sono le 12,20, quindi sospendiamo fino alle 12,30. Sospendo la seduta.

giovedì 6 novembre 2014

LA CAMERA RIFORMA L'UFFICIO STAMPA?



Il quotidiano Italia Oggi pubblica nell’edizione odierna un pezzo (Rottamato l'ufficio stampa della Camera) che riferisce della volontà da parte della Camera di modificare l’organizzazione e la composizione dell’ufficio stampa istituzionale. A quanto riferisce il quotidiano una delle soluzioni al vaglio sarebbe quella di affidare un appalto ad una società esterna per la gestione del servizio. Nell’ambito di questa operazione si riferisce, inoltre, che gli attuali componenti dell’ufficio stampa istituzionale (che hanno contratti a tempo di due anni) non verrebbero riconfermati.
Questo Blog in passato si è occupato dell’ufficio stampa di Montecitorio e in merito all’ipotesi di riforma (che al momento è bene sottolineare è solo un’ipotesi) prospettata ritiene vi siano aspetti positivi e negativi che proviamo ad elencare.
Uno degli aspetti positivi, a nostro avviso, sarebbe quello di porre termine al rinnovo (quasi automatico) dei contratti biennali di giornalisti che, senza nulla togliere alle loro qualità professionali che sono sicuramente altissime, sono comunque stati assunti per chiamata diretta e senza procedura concorsuale. La decisione di assunzione e dei loro rinnovi viene  adottata, infatti, in sede di ufficio di presidenza. Come sottolinea, poi, lo stesso articolo, di Italia Oggi, i componenti dell’ufficio stampa sono entrati, quasi tutti, in quell’organo dopo aver lavorato come portavoce di Presidenti o vice presidenti della Camera.
Poiché i giornalisti dell’ufficio stampa Camera sono equiparati ai funzionari della Camera, sarebbe opportuno che le loro assunzioni scaturissero da concorso pubblico, magari anche solo limitato ai titoli, se non si vuole procedere all’esame. In questo senso era stato approvato anche un ordine del giorno al bilancio della Camera nel 2013.
Le perplessità sulla ipotesi di riforma nascono invece dalla riflessione in merito all’opportunità che la Camera dei Deputati appalti all’esterno la propria comunicazione istituzionale, invece di dotarsi di provvedervi in proprio attraverso l’assunzione di giornalisti in pianta stabile. Si dirà che l’appalto del servizio è preferibile per una questione di costi, e conseguenti risparmi. Premesso che è da vedere quale delle due soluzioni sia quella più economica, va anche detto che un’istituzione come la Camera dei deputati dovrebbe valutare non solo in termini economici, ma in via prioritaria in termini qualitativi, l’importanza della propria futura comunicazione istituzionale. Ben vengano le innovazioni e uno spazio sempre maggiore a Internet e ai social network, ma la comunicazione istituzionale della Camera verte su materie tali che ha bisogno di esperti certamente della comunicazione ma anche della materia parlamentare.