Porte girevoli a Montecitorio soprattutto per quanto
riguarda i deputati iscritti al gruppo Misto e le componenti interne a questo
gruppo. Nel giro di pochi giorni in fatti sono scomparse due componenti
costituite all’interno del misto, una, quella di Centro democratico,
costituitasi ad inizio legislatura, ed un’altra, quella di Led, costituitasi
solo pochi mesi fa nel luglio 2014. Nel primo caso si è verificata una diaspora
che ha visto da ultimo tre deputati ( Bruno Tabacci, Roberto Capelli e Carmelo
Lo Monte) entrare nel gruppo di Per L’Italia, ed in precedenza l’abbandono del
deputato Pisicchio e del Deputato Formisano rimasti nel misto ma non iscritti
ad alcuna componente. La componente LED, invece, costituita dai fuoriusciti di
Sel guidati da Gennaro Migliore, si è accasata nella quasi totalità nel gruppo
del Partito Democratico, che così ha raggiunto la cifra monstre di 307 iscritti
(con altri 8 deputati da solo avrebbe la maggioranza assoluta alla Camera). La
scomparsa di queste due componenti interne al misto ha giovato anche alla
Componente socialista che ha registrato due nuovi ingressi, quello di Claudio
Fava e quello dell’ex penta stellato Ivan catalano. Per gli amanti delle
statistiche parlamentari si segnala il terzo ritorno di Tabacci nell’Udc (che è
l’azionistadi maggioranza del gruppo Per l’Italia). Dopo una prima rottura in
vista delle elezioni del 2008 con la creazione della Rosa Bianca insieme a
Savino Pezzotta, Tabacci si era poi accasato nel corso della XVI legislatura
sempre nel gruppo Udc. Sul finire di quella legislatura ne era uscito per dar
vita alla formazione Centro Democratico. Ed ora si registra il terzo ritorno.
Per gli amanti delle indiscrezioni invece segnaliamo che a breve potrebbe
ricomparire alla Camera la sigla di un partito, l’Idv, che era rimasto fuori
alle ultime elezioni.
La Camera dei Deputati e le sue attività raccontate in modo semplice, chiaro e accessibile a tutti.
venerdì 21 novembre 2014
venerdì 7 novembre 2014
UN DEPUTATO E LA BOLDRINI FANNO CONFUSIONE SULLE MISSIONI DEI PARLAMENTARI
Nel corso della seduta di ieri uno dei deputati d’aula del
gruppo Movimento 5 Stelle ha chiesto un chiarimento alla presidente Boldrini in
merito al meccanismo di funzionamento delle così dette “missioni parlamentari”,
ovvero la possibilità che alcuni deputati hanno di non partecipare ai lavori
dell’aula essendo giustificati e non essendo conteggiati ai fini della
determinazione del numero legale. Il Deputato Crippa chiede in sostanza come
sia possibile che alcuni colleghi che, poche ore prima lui aveva visto votare in
commissione, alla ripresa dell’aula risultassero in missione. La Presidente
Boldrini non da una risposta nel merito, ma si riserva di riflettere sulla
questione ed eventualmente investire la giunta per il regolamento. In realtà il
meccanismo è un po’ complesso, ma non al punto tale che un deputato non sia in
grado di conoscerlo e, soprattutto che la Presidente della Camera non sia in
grado di dare una risposta nel merito.
Fino alla metà della scorsa legislatura la “missione” era
prevista solo per i lavori d’aula. I deputati che ne avevano facoltà inviavano
un fax al servizio assemblea con su scritto più o meno “On. Presidente le sarei
grato considerarmi in missione per la seduta del…per impegni connessi al mio
incarico”. Quando poi nel corso della legislatura XVI si è deciso di inserire
la (pseudo) registrazione delle presenze in commissione e di collegarla
(blandamente) ad un eventuale penalizzazione pecuniaria, la missione è stata
automaticamente estesa anche ai lavori di commissione. Così nel fax precedente,
che si invia sempre al servizio assemblea, ora si scrive “On. Presidente le
sarei grata considerarmi in missione per la seduta d’aula del… e per la seduta
della commissione …del … per impegni connessi al mio incarico”. Le due
missioni, però, seppure dichiarabili con una sola comunicazione sono tra loro
indipendenti. Il che significa che se partecipo ai lavori d’aula nella giornata
in cui avevo chiesto la missione, questa decade per l’aula ma rimane in vigore
per la commissione e viceversa. Addirittura è possibile richiedere la missione
solo per l’aula o la commissione nella stessa giornata. Ad esempio un
segretario di presidenza che è di turno in aula non può mettersi in missione
per quella stessa giornata (salvo che non chieda di essere sostituito), ma può
mettersi in missione per la seduta della commissione di cui è componente. Che
un delegato d’aula non conosca questo meccanismo, seppure un po’ contorto,
sorprende, ma sorprende ancora di più la risposta fornita dalla presidente
Boldrini.
Il dialogo tra Crippa e Boldrini nel resoconto stenografico
DAVIDE CRIPPA. Grazie
Presidente. Visto che c’è ancora qualche minuto prima della votazione, vorrei
fare un richiamo al Regolamento ai sensi dell'articolo 46, comma 2, sulla
questione dei deputati in missione.
Visto che incidono in maniera determinante sul numero legale, vorrei segnalare che questa mattina, durante una votazione segreta nel corso dei lavori di Commissione (le Commissioni VIII e X) per una nomina personale che doveva essere eseguita, alcuni deputati in missione hanno potuto esercitare il loro diritto di Pag. 21voto, facendo così cadere la missione. Arrivato in Aula, viene letto dalla Presidenza l'elenco dei deputati in missione: questi deputati figuravano nuovamente in missione.
Allora la domanda è la seguente. Visto che, a mio avviso, ci dovrebbe essere una seconda comunicazione, ossia per il deputato che era in missione da questa mattina, avendo votato in Commissione, decade la sua missione, se è necessario che il deputato stesso venga messo nuovamente in missione per l'Aula, dovrebbe esserci una nuova comunicazione alla Presidenza della sua missione. Visto che alcuni dei deputati non sono qui presenti, avendo votato, però, questa mattina, vorrei capire come verranno conteggiati ai fini del numero legale.
Poi, forse sarebbe opportuno stabilire – magari è una mia mancanza, non so dell'esistenza – un meccanismo di segnalazione automatica nella Commissione, che in fase di votazione rilevi la presenza di un deputato in missione, e una comunicazione tempestiva alla segreteria dell'Aula per farne decadere la missione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Visto che incidono in maniera determinante sul numero legale, vorrei segnalare che questa mattina, durante una votazione segreta nel corso dei lavori di Commissione (le Commissioni VIII e X) per una nomina personale che doveva essere eseguita, alcuni deputati in missione hanno potuto esercitare il loro diritto di Pag. 21voto, facendo così cadere la missione. Arrivato in Aula, viene letto dalla Presidenza l'elenco dei deputati in missione: questi deputati figuravano nuovamente in missione.
Allora la domanda è la seguente. Visto che, a mio avviso, ci dovrebbe essere una seconda comunicazione, ossia per il deputato che era in missione da questa mattina, avendo votato in Commissione, decade la sua missione, se è necessario che il deputato stesso venga messo nuovamente in missione per l'Aula, dovrebbe esserci una nuova comunicazione alla Presidenza della sua missione. Visto che alcuni dei deputati non sono qui presenti, avendo votato, però, questa mattina, vorrei capire come verranno conteggiati ai fini del numero legale.
Poi, forse sarebbe opportuno stabilire – magari è una mia mancanza, non so dell'esistenza – un meccanismo di segnalazione automatica nella Commissione, che in fase di votazione rilevi la presenza di un deputato in missione, e una comunicazione tempestiva alla segreteria dell'Aula per farne decadere la missione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Deputato
Crippa, capisco bene la questione da lei sollevata. Diciamo che mi riserverei
di rifletterci e comunque, eventualmente, potremmo portarla in Giunta per
sottoporla all'attenzione dei suoi componenti e farlo subito, perché mi rendo
conto della sua richiesta (Commenti del deputato Crippa).
Deputato Crippa, io ho preso atto della sua richiesta, che mi sembra meritevole di attenzione. Come le ho detto, mi ci faccia riflettere ed eventualmente, quanto prima, potremmo portarla in Giunta. Però mi ci lasci pensare. Vuole di nuovo la parola ? Prego.
Deputato Crippa, io ho preso atto della sua richiesta, che mi sembra meritevole di attenzione. Come le ho detto, mi ci faccia riflettere ed eventualmente, quanto prima, potremmo portarla in Giunta. Però mi ci lasci pensare. Vuole di nuovo la parola ? Prego.
DAVIDE CRIPPA. Un minuto
solo, neanche, meno: vorrei capire in questa votazione come verranno gestiti
quei deputati che sono decaduti dalla missione in Commissione.
Poi giustamente lei decide di approfondire la tematica nella Giunta per il Regolamento, però io vorrei capire adesso, come gestiamo la votazione prossima, grazie.
Poi giustamente lei decide di approfondire la tematica nella Giunta per il Regolamento, però io vorrei capire adesso, come gestiamo la votazione prossima, grazie.
PRESIDENTE. Mi ci faccia
pensare un attimo, perché lei me lo sta riferendo, io devo prendere atto della
situazione e poi glielo faccio sapere per le vie brevi.
A questo punto sono le 12,20, quindi sospendiamo fino alle 12,30. Sospendo la seduta.
A questo punto sono le 12,20, quindi sospendiamo fino alle 12,30. Sospendo la seduta.
giovedì 6 novembre 2014
LA CAMERA RIFORMA L'UFFICIO STAMPA?
Questo Blog in passato si è occupato dell’ufficio stampa di Montecitorio e in merito all’ipotesi di riforma (che al momento è bene sottolineare è solo un’ipotesi) prospettata ritiene vi siano aspetti positivi e negativi che proviamo ad elencare.
Uno degli aspetti positivi, a nostro avviso, sarebbe quello di porre termine al rinnovo (quasi automatico) dei contratti biennali di giornalisti che, senza nulla togliere alle loro qualità professionali che sono sicuramente altissime, sono comunque stati assunti per chiamata diretta e senza procedura concorsuale. La decisione di assunzione e dei loro rinnovi viene adottata, infatti, in sede di ufficio di presidenza. Come sottolinea, poi, lo stesso articolo, di Italia Oggi, i componenti dell’ufficio stampa sono entrati, quasi tutti, in quell’organo dopo aver lavorato come portavoce di Presidenti o vice presidenti della Camera.
Poiché i giornalisti dell’ufficio stampa Camera sono equiparati ai funzionari della Camera, sarebbe opportuno che le loro assunzioni scaturissero da concorso pubblico, magari anche solo limitato ai titoli, se non si vuole procedere all’esame. In questo senso era stato approvato anche un ordine del giorno al bilancio della Camera nel 2013.
Le perplessità sulla ipotesi di riforma nascono invece dalla riflessione in merito all’opportunità che la Camera dei Deputati appalti all’esterno la propria comunicazione istituzionale, invece di dotarsi di provvedervi in proprio attraverso l’assunzione di giornalisti in pianta stabile. Si dirà che l’appalto del servizio è preferibile per una questione di costi, e conseguenti risparmi. Premesso che è da vedere quale delle due soluzioni sia quella più economica, va anche detto che un’istituzione come la Camera dei deputati dovrebbe valutare non solo in termini economici, ma in via prioritaria in termini qualitativi, l’importanza della propria futura comunicazione istituzionale. Ben vengano le innovazioni e uno spazio sempre maggiore a Internet e ai social network, ma la comunicazione istituzionale della Camera verte su materie tali che ha bisogno di esperti certamente della comunicazione ma anche della materia parlamentare.
Iscriviti a:
Post (Atom)