Chi conosce i dibatti parlamentari sa che l’applauso è parte
integrante di essi, ma soprattutto è al pari delle argomentazioni svolte un
atto politico, in particolare quando un gruppo lo rivolge ad un oratore di un
gruppo diverso. Con le consultazioni del Presidente del consiglio incaricato in
pieno svolgimento, l’applausometro registrato nel dibattito seguito all’informativa
del Presidente Monti sugli esiti del consiglio europeo del 14 e 15 marzo 2013
può costituire uno strumento interessante per capire quale ne sarà l’esito
finale.
In questo senso, il primo dato interessante e, forse non
casuale, è che proprio il Pd è stato il gruppo più generoso nel distribuire
applausi nell’emiciclo di Montecitorio. Fatta eccezione per il Pdl e la Lega, dai banchi del partito
democratico sono arrivati applausi per il premier Monti (insieme a quelli di
Scelta Civica) al termine della sua lunga relazione. Applausi alla presidente
del gruppo 5 stelle, Roberta Lombardi, al termine del suo intervento, applausi
anche per Dellai (Scelta Civica) quando consiglia a Brunetta l’umiltà visto che
è il suo governo ha portato l’Italia sull’orlo del baratro. E ovviamente
approvazioni del Pd per i suoi alleati, ad iniziare da Vendola, con due
applausi, per proseguire con Bruno Tabacci.
Rimanendo nell’area del centrosinistra, stando all’applausometro
si può parlare di feeling tra Sel e M5S. Il gruppo di Sel, infatti applaude per
tre volte Romberta Lombardi. Lo fa quando la capogruppo grillina invoca
trasparenza, crescita e solidarietà come architravi dell’architettura
istituzionale europea, applausi al passaggio in cui la Lombradi invoca maggiore
democraticità per gli strumenti di governante economica dell’Ue. Ed infine
battimani alla conclusione dell’intervento.
Ma la vera impresa realizzata da Nichi Vendola è quella di
essere stato l’unico oratore non grillino a ricevere applausi dal gruppo 5
stelle e per ben due volte. La cosa singolare è che, al di là del buon
intervento del leader di Sel, Vendola è uno di quei deputati incompatibili con
il suo mandato in quanto presidente di Regione, contro cui i cinque stelle
hanno già alzato la voce.
Il gruppo più isolato è apparso quello del Pdl. Renato
Brunetta che ha svolto un duro e polemico intervento nei confronti del governo
Monti ha ottenuto un unico applauso al termine del suo discorso. Applauso
tributato solo dal Pdl (e non dalla Lega). Al L’oratore più applaudito è stato
invece Gianluca Pini della Lega con 5 ovazioni totali, anche se va detto che
quattro di queste sono state tributate solo dal suo gruppo, mentre all’applauso
finale si è unito anche il Pdl.
Infine il Pd. Speranza parte bene e di fatto realizza le
grandi intese grazie all’applauso di Pdl e Scelta Civica (ma non di Sel) nel
passaggio in cui minaccia che se l’Europa continuerà ad essere percepita solo
in termini di rigore si rischia la frattura tra il popolo e il progetto
politico europeo. Altri due applausi per il giovane capogruppo democrat nel
seguito del suo intervento, ma uno è tributato da suo gruppo, e quello finale
anche da Sel.