Maria Elena
Boschi si è accorta di essere stata nominata ministro della Repubblica? Il
dubbio sorge dopo aver letto la sua intervista odierna a l’Unità, nella quale
riserva alcuni passaggi tanto ruvidi e scomposti nei confronti del Presidente
del Senato, da far pensare ad un vero e proprio scontro istituzionale. Un conto
infatti è parlare alla Leopolda, un altro è esprimere giudizi, pur nella non
condivisione politica, sulle tesi espresse dalla seconda carica dello stato su
un tema istituzionale come quello della riforma del Senato.
La roncola
verbale che usa l’angelica ministra risalta ancora di se si compara la sua
intervista a quella, sempre di oggi, dello stesso Renzi. Il premier nella
sostanza non le manda certo a dire al Presidente del Senato, ma sta bene
attento ai termini che utilizza concedendosi solo la velenosa accusa di lanciare "avvertimenti", che rivolta ad un siciliano non è certamente casuale.
Inoltre nel
comparare le due interviste si vede bene come la Boschi cada nell’errore
peggiore che i collaboratori di un leader possano compiere: quello di ripetere
a pappagallo alcune sue frasi forti.
Ma vediamo
nel merito cosa dice la Boschi a Grasso:
“(Grasso) avanza una proposta intermedia che
rischia di fare ammuina, di far finta che cambi qualcosa per lasciare le cose
come stanno”
Di fatto da
del gattopardo al Presidente del Senato.
La Boschi
prosegue sostenendo che la riforma del Senato era nel programma delle primarie
di Renzi e dunque è stata votata da milioni di elettori, e aggiunge “Anche il Presidente Grasso, come me, del
resto è in parlamento grazie al Pd”
In questo
passaggio la Boschi confonde i circa tre milioni delle primarie (la cui larga
parte ha votato per Renzi, ma una parte ha votato per gli altri candidati) con
i voti ottenuti dal Pd alle elezioni. Ma il programma elettorale era diverso da
quello delle primarie. Inoltre il richiamo alla disciplina di partito per il
presidente del Senato è doppiamente improprio. Primo perché in quanto tale deve
essere una figura di garanzia. Secondo perché il Presidente non vota. Dunque il
richiamo a rispettare le decisioni in questo caso riguarda le opinioni?
La Boschi
non paga prosegue sostenendo che in senato ci sono le condizioni politiche per
approvare la riforma, ma se il primo a rallentare è proprio il Presidente del
Senato non si capisce più quale sia la causa e quale l’effetto. E aggiunge “Cerchiamo di essere seri e di rispondere ai
cittadini”
Dunque da
ciò si potrebbe dedurre che per il Ministro la condotta di Grasso non sia seria?
Sull’opportunità
che il Presidente del Senato si pronunci su un tema di rilievo che sarà oggetto
di dibattito e voto nell’aula che presiede se ne può discutere. Ovviamente si
può legittimamente non essere per nulla d’accordo con quanto detto da Grasso in
merito al Senato elettivo. Però tanta
ruvidezza istituzionale e politica da parte di un ministro nei confronti di uno
dei presidenti di assemblea è difficile da ricordare, e l’unico episodio che ci
viene alla mente (anche se quello fu ben peggiore) fu il vaffa dell’allora
ministro Larussa nei confronti di Fini nell’aula della Camera la scorsa
legislatura.