giovedì 18 dicembre 2014

E' LEGGE L'ELIMINAZIONE DEI LIMITI DI ALTEZZA NELLE FORZE ARMATE E IN POLIZIA



La Camera dei deputati ha approvato definitivamente la proposta di legge che elimina il requisito del limite di altezza per l’assunzione nelle forze armate e in quelle di polizia. La legge, però, non è immediatamente attuabile e potrebbe rischiare di rimanere, non si sa per quanto una macchina senza motore. Il testo approvato, infatti, demanda ad un regolamento attuativo la sostituzione dell’attuale criterio dell’altezza con uno più generale “correlato alla composizione corporea, alla forza muscolare e alla massa metabolicamente attiva” . Finche il regolamento non sarà approvato rimarranno in vigore gli attuali limiti di altezza. Il regolamento che dovrà essere varato dai ministri dell’interno e della difesa con il concerto di diversi colleghi. Il termine previsto dall’attuazione è 6 mesi, ma come la prassi insegna il termine non è perentorio. 
A far temere che l’attuazione concreta della legge possa andare per le lunghe vi è la condotta a dir poco ambigua del governo, che per tutto l’esame alla Camera ha evitato di esprimere un parere sul provvedimento, senza considerare poi che il Capo della Polizia e il capo di stato maggiore delle Forze Armate si sono espressi in senso contrario all’approvazione di questa legge.  

sabato 13 dicembre 2014

LA PRESIDENTE BOLDRINI DIMENTICA IL PRECEDENTE VILLARI




Venerdì scorso su Sette Gian Antonio Stella aveva posto la questione dell’opportunità che Giancarlo Galan, attualmente agli arresti domiciliari, permanga alla presidenza della commissione cultura della Camera. Oggi, con una lettera al Corriere, la Presidente Boldrini ribadisce che la Camera dei deputati non dispone di strumenti per revocare un presidente di commissione.
Per quanto attiene alle norme regolamentari la Presidente Boldrini ha ragione, ma nella sua risposta dimentica un precedente non da poco in questo senso, ed anche abbastanza recente. Nella scorsa legislatura, infatti, il presidente della Commissione Antimafia, Senatore Villari, fu revocato a seguito di una decisione presa di comune accordo dai presidenti di Camera e Senato sulla base di un parere espresso dalle rispettive giunte per il regolamento.
In quell’occasione tutti i componenti della Commissione, tranne tre, si dimisero dalla stessa e i tre membri rimasti, tra cui il presidente furono revocati a seguito dello scioglimento della stessa commissione che era impossibilitata a svolgere i propri lavori.
Tale operazione fu certamente una forzatura delle procedure e delle prassi parlamentari, ma fatto sta che pose un precedente. Precedente che potrebbe, qualora lo si volesse davvero, essere fatto valere oggi in un caso, come quello dell’On. Galan, che certamente giustifica il richiamo ad una soluzione eccezionale più di quanto non lo giustificasse il caso Villari

venerdì 12 dicembre 2014

L'INEVITABILE PASTICCIO SUL CONFLITTO DI INTERESSI



Il rinvio in commissione della proposta di legge in tema di conflitto di interesse rappresenta la conseguenza di un pessimo lavoro parlamentare. Tutto inizia in commissione, quando invece di procedere ad un esame accurato di un testo che riforma un settore estremamente delicato, il Presidente e relatore Francesco Paolo Sisto decide di chiudere tutto in due sole sedute. Il 2 ottobre è lui a redigere un testo unificato trale quattro proposte in esame. Testo che rimarrà immutato perché nella successiva seduta del 7 ottobre sempre Sisto propone di ritirare tutti gli emendamenti presentati e rinviarli all’aula per consentire alla proposta di legge di arrivare in aula nei tempi previsti dal calendario. Poiché tutti i gruppi accettano la commissione non vota. Su questo testo, che è quello elaborato dal presidente Sisto, la commissione bilancio esprime un parere a dirpoco tranciante, parere negativo su tutti gli articoli per mancanza di coperture. In aula allora si propone il ritorno in commissione e il relatore Sisto, che aveva spinto per portare questo testo in aula, accetta tranquillamente. Risultato, i tempi di approvazione saranno molto più lunghi di quanto non lo sarebbero stati se la commissione affari costituzionali avesse svolto in maniera attenta e approfondita il proprio lavoro.