Da diversi giorni si discute, e soprattutto si polemizza,
sull’ipotesi che il governo proceda alla riforma della Rai per decreto legge.
La polemica politica aveva impegnato da un lato il governo ed esponenti del
partito democratico, dall’altro esponenti dell’opposizione. Ieri, però, si è
registrato un salto di qualità con la presa di posizione molto netta della
Presidente della Camera Laura Boldrini. La Presidente della Camera ha
dichiarato che un decreto sulla Rai sarebbe privo dei requisiti di necessità e
urgenza richiesti dalla Costituzione. Ovviamente le parole del presidente della
Camera hanno suscitato la risposta piccata del partito democratico, che le ha
ricordato che spetta al Capo dello Stato e non al Presidente di Montecitorio
giudicare sulle prerogative costituzionali di un decreto legge.
Ad avviso di questo blog, per quello che vale, la posizione
assunta dalla Presidente Boldrini è corretta e giustificata, se non latro, alla
luce delle tesi utilizzate in questi giorni da coloro che ipotizzavano il
ricorso ad un decreto legge.
Il Vice segretario del Pd Lorenzo Guerini ha ribadito più
volte che l’eventuale ricorso ad un decreto legge sarebbe dipeso dal
comportamento dimostrato dall’opposizione, il che ha poco senso. Il
comportamento dell’opposizione nei confronti di un provvedimento, infatti, è
conoscibile solo dopo che il provvedimento è stato varato e depositato in
Parlamento, non è invece conoscibile in via preventiva.
Il Presidente del Consiglio Renzi, infatti, ha aggiustato il
tiro rispetto alle parole di Guerini, affermando che il varo di un decreto
legge sulla Rai si sarebbe imposto se l’opposizione avesse praticato forme
ostruzionistiche su tutti i
provvedimenti attualmente in corso di esame, sostenendo che l’unico strumento
per baypassare l’ostruzionismo è il decreto legge.
Anche questa posizione, però, è facilmente confutabile. Alla
Camera dei Deputati, semmai, è vero il contrario. L’unico provvedimento per cui
il regolamento non prevede il contingentamento dei tempi è proprio il decreto
legge che, dunque, è facile preda delle tattiche ostruzionistiche. E’ proprio
per questo che quando la Camera esamina un decreto il governo ricorre quasi
sempre all’apposizione della questione di fiducia.
Al contrario i disegni di legge ordinari sono soggetti al
contingentamento dei tempi. Questo significa che ogni gruppo ha un tempo limite
per svolgere i propri interventi e illustrare i propri emendamenti. Scaduto
quel tempo quel gruppo non può più parlare, se non con interventi brevissimi di
un solo minuto (se concessi dalla presidenza).
A fronte di queste prese di posizione l’intervento della
Presidente Boldrini non deve essere letto ovviamente come un tentativo di
sostituirsi al Capo dello Stato, né tanto meno come una presa di posizione “politica”,
bensì come un intervento a difesa delle prerogative della Camera dei Deputati,
ed in questo senso è più che doveroso.