In questa settimana a Montecitorio entra nel vivo in
commissione l’esame sul Decreto Legge numero 54, il primo provvedimento di
rilievo varato dal governo Letta. I capisaldi di questo provvedimento sono
costituiti dalla sospensione della prima rata dell’Imu (art. 1 e 2), dal
Rifinanziamento della Cassa Integrazione in deroga e dei contratti di
solidarietà (art. 4 commi 1-3) la proroga dei contratti precari della PA (art.
4 comma 4) e la proroga dei contratti degli sportelli unici dell’immigrazione
(art. 4 comma 5).
Il provvedimento nel suo complesso non presenta aspetti di
grande risalto negativo, allo stesso tempo sembra una sorta di dna del governo
di larghe intese e della precarietà su cui poggia. La prima rata Imu infatti è
sospesa, nelle more del tentativo di creare una nuova imposta comunale sui
servizi che, al suo interno inglobi anche la Tares. Il limite temporale
individuato dal decreto è quello del 31 agosto, sforato il quale scatta la
clausola di garanzia prevista dall’articolo 2 del decreto, ovvero il pagamento
della prima rata Imu entro il 16 settembre.
Poiché anche la semplice dilazione della rata Imu ha un costo
non indifferente sulle casse già molto dissestate dei comuni, il decreto
prevede un anticipo nei confronti degli enti locali da parte della tesoreria
centrale dello stato fino al 50% degli incassi Imu ottenuti nel 2012 da ogni
amministrazione comunale.Il rifinanziamento della Cig per il 2013 recato dalle norme
previste dai commi 1 e 2 dell’articolo 4 ammonta a circa 1 miliardo di euro.
250 milioni vengono sottratti al fondo per la decontribuzione dei premi di
produttività, 246 milioni arrivano dai fondi per la formazione, infine altri
219 milioni arrivano utilizzando circa 9 milioni di sanzioni amministrative
comminate dal garante per i consumatori, 100 milioni sono stornati dagli
impegni di spesa previsti dal trattato di amicizia tra Italia e Libia ed
ulteriori 100 milioni sono stornati dal fondo per lo sviluppo e la coesione
territoriale. Va detto che sulle coperture relative alle sanzioni del garante
per i consumatori e quelle relative al trattato di amicizia con la Libia
sussiste qualche perplessità sulla possibilità di un loro effettivo utilizzo,
esistendo sulle prime una riserva di legge, e sui secondi impegni di spesa che
comunque andranno onorati.
Per quanto riguarda il rifinanziamento dei contratti di
solidarietà, la copertura è individuata destinando 57 milioni e 600 mila euro
circa di somme impegnate per lo stesso fine e non ancora pagate.
Il decreto proroga fino al 31 dicembre 2013 i contratti a
termine della PA in essere al 30 novembre 2012 e che superino il limite di 36
mesi comprensivo di proroghe e rinnovi. Su questa norma va sottolineato che se
tra questi contratti ve ne sono alcuni che hanno già ottenuto una proroga
precedente, per questi stessi maturerebbe il diritto all’assunzione a tempo
indeterminato.
Altra proroga prevista dal decreto, sempre fino a dicembre
2013, è quella dei contratti dei lavoratori degli sportelli unici per l’immigrazione
presenti nelle prefetture e nelle questure. L’onere di questa norma stimato in
circa 10 milioni per il 2013 è coperto utilizzando le risorse del fondo
destinato al sostegno delle vittime della mafia e dell’usura.
Il decreto all’articolo 3 prevede poi una norma più simbolica
che altro, ovvero il divieto di cumulo tra lo stipendio di Ministro e
sottosegretario con quello di parlamentare. I membri del governo che sono anche
parlamentari, percepiranno solo lo stipendio da deputato o senatore e non più
quello da ministro (50.204 euro) o da sottosegretario (41.719 euro) per un
risparmio a regime di 2 milioni annui circa. Curiosità. Nella stesura della
norma si sono scordati di citare la figura dei Vice Ministri (il cui stipendio
è equiparato a quello di un sottosegretario), dimenticanza che verrà corretta
sicuramente con un emendamento.