mercoledì 28 maggio 2014

GOVERNO IN AIUTO DI BOSNIA E SERBIA MA IN DEROGA ALLA LEGGE ORDINARIA



Il governo italiano interverrà in aiuto delle popolazioni di Bosnia e Serbia colpite dalla disastrosa alluvione delle settimane scorse. Per farlo ha dichiarato uno stato di emergenza, della durata di 30 giorni, consentendo alla protezione civile di intervenire e di agire in deroga alle leggi ordinarie. Nella ordinanza del Capo dipartimento della protezione civile, pubblicata come la delibera dello stato di emergenza sulla Gazzetta Ufficiale del 28 maggio, si apprende che la protezione civile nell’ambito della sua attività potrà derogare a molti articoli del codice degli appalti, al suo regolamento attuativo, nonché ad alcune norme che regolano il procedimento amministrativo. Per il personale della protezione civile che sarà inviato in Bosnia e Serbia potrà essere previsto un trattamento economico accessorio forfettariamente parametrato su base mensile a 300 ore di lavoro straordinario festivo e notturno, commisurato ai giorni di effettivo impiego. Per il personale della protezione civile, che pur rimanendo in Italia, partecipa alla missione è autorizzata la corresponsione di un massimo di 30 ore mensili di straordinario per prestazioni di lavoro straordinario effettivamente rese.

martedì 27 maggio 2014

A MONTECITORIO 10 DEPUTATI CHIAMATI AD OPTARE E 10 CHE SPERANO DI ENTRARE



Tra i tanti responsi delle elezioni Europee vi è anche quello relativo all’elezione di 10 deputati in carica, che dunque saranno chiamati ad optare tra la permanenza a Montecitorio e la partenza per Bruxelles non appena sarà proclamata la loro elezione. La parte del leone in questo senso la fa il Pd con sei candidati chiamati all’opzione. Oltre alle 4 capolista Mosca, Moretti, Bonafè e Picierno, si aggiungono anche l’ex ministra Kyenge ed Enrico Gasbarra. Quest’ultimo essendo anche segretario di presidenza della Camera, qualora optasse per Bruxelles, lascerebbe vacante un posto nell’Ufficio di Presidenza di Montecitorio. Gli altri Deputati chiamati ad optare sono due del Pdl (Fitto e Cicu), uno di NCD che è anche Ministro (Lupi) e il Leghista Buonanno.
Ovviamente se ci sono deputati che se ne vanno altri (tra quelli non eletti a Febbraio 2013) sono pronti a subentrare. Anche in questo caso quelli che dovrebbero essere più sicuri sono quelli del Pd, e così possono sentirsi già deputati in pectore Francesco Prina (in sostituzione di Alessia Mosca), Vanessa Camani (in sostituzione di Alessandra Moretti), Giuseppe Romanini (in sostituzione di Cecile Kyenge), Paolo Rossi (in sostituzione di Simona Bonafè) Emiliano Minnucci (in sostituzione di Enrico Gasbarra) e Camilla Sgambato (in sostituzione di Pina Picerno).
Per gli altri subentrandi è probabile che le speranze siano minori. Cicu potrebbe lasciare il posto alla Camera a Settimo Nizzi. Difficile invece che Raffaele Fitto decida di trasferirsi a Bruxelles e dunque Nicola Ciracì dovrebbe rimanere il primo dei non eletti Pdl in Puglia. Stesso discorso vale per Maurizio Lupi, che oltre al posto di deputato dovrebbe anche abbandonare un ministero pesante come le infrastrutture che, in quel caso e alla luce dei risultati elettorali, non è scontato rimanga ad NCD. Il tutto poi per far subentrare Mariella Bocciardo, già deputata nella scorsa legislatura e di provenienza ex AN, che però ora nella diaspora del Pdl non si sa quale collocazione politica abbia assunto (tra FI, NCD e FDI). Un altro che continuerà probabilmente a guardare Montecitorio dal salotto di casa è il leghista Roberto Simonetti, visto che è molto difficile che Gianluca Buonanno decida di lasciargli il seggio, se non altro perché qui a Montecitorio è ormai una star consolidata con le sue gag di grande successo.

mercoledì 21 maggio 2014

INIZIATIVA ELETTORALE ALL'INTERNO DELLA CAMERA


Alla Camera dei Deputati, notoriamente, si fa politica e la politica ha come fine quello di ottenere consenso, su questo non ci piove. Un conto, però, è utilizzare un question time o un intervento in aula per parlare al Paese e soprattutto ai propri elettori. Un altro è una vera e propria iniziativa di propaganda elettorale in una delle sedi della Camera con tanto di volantini elettorali e santini del candidato di turno alle elezioni.
Questo secondo tipo di iniziativa si svolge oggi in una delle sale di Palazzo Marini dove su ogni poltrona è stato posato un volontatino di una candidata alle Europee del Maie, il Movimento degli Italiani all'estero. Maie che è anche una delle componenti del gruppo misto alla Camera e che a questo titolo probabilmente deve aver prenotato la sala.
Qualcuno potrebbe chiedersi cosa ci sia di strano nell'organizzare un'iniziativa elettorale all'interno di una delle sedi della Camera.
Di strano c'è che di solito questo non accade. E' certamente capitato che partiti politici abbiano presentato programmi o candidati alla Camera, ma nella forma della conferenza stampa, non nel format dell'incontro tra candidato ed elettori. Per queste cose tutti i partiti e i candidati si sono sempre organizzati al di fuori e in sedi differenti da quelle istituzionali. Anche perchè l'uso delle sale interne dei palazzi della Camera, se prenotati a nome dei gruppi, sono ad uso gratuito ed è per questo che ci si deve, o almeno dovrebbe, attenere a determinate regole.


lunedì 19 maggio 2014

MAGGIORANZA UMILIATA IN AULA FREGA L'OPPOSZIONE IN CAPI GRUPPO



Venerdì 16 maggio la maggioranza che sostiene il governo Renzi ha vissuto la sua giornata più umiliante alla Camera. Per chiudere la discussione generale sul Dl EXPO e Piano Casa, consentendo al governo di poter apporre la questione di fiducia, ha chiesto un voto a norma dell’articolo 44 del regolamento e per ben 3 volte consecutive ha visto mancare il numero legale.
Alla fine e dopo una riunione dei presidenti di gruppo la fiducia è stata apposta ed oggi si voterà alla Camera. A leggere il resoconto quello che sorprende è il fatto che la situazione si è sbloccata non perché al quarto tentativo la maggioranza è riuscita a far arrivare in aula un numero di deputati sufficiente a raggiungere il numero legale (che spetta alla maggioranza assicurare), ma grazie ad un accordo con l’opposizione. Infatti la maggioranza ha ritirato la richiesta di chiusura della discussione generale e il relativo voto, mentre l’opposizione ha cancellato tutti gli iscritti a parlare. Un accordo che sorprende perché avvantaggia solo la maggioranza e concede poco o niente all’opposizione, vediamo il perché. La principale pedina di scambio è stata la procedura d’urgenza in commissione alla pdl 2299 sulla soppressione di Equitalia, presentata da un gruppo di opposizione. La procedura di urgenza significa che entro 30 giorni questa proposta dovrà comunque arrivare in aula. Una volta in aula, ovviamente, non vuol dire affatto che sia approvata. Un altro elemento che potrebbe sembrare richiesto dall’opposizione è la diretta tv sul voto finale del decreto Expo. Anche questo non è un gran risultato, a nostro avviso, perché quando si decide per la diretta televisiva, si rinuncia automaticamente a qualsiasi forma di ostruzionismo, nel senso che nell’ora indicata per la diretta tv si deve arrivare alle dichiarazioni di voto finali.
Perché diciamo che l’accordo non premia l’opposizione? Perché a nostro avviso sarebbe stato più di impatto continuare a tenere sulla graticola la maggioranza che venerdì non avrebbe avuto comunque i voti per chiudere la discussione generale, e dunque si sarebbe ulteriormente umiliata. Ovviamente i numeri vi sarebbero stati Sabato (ammesso che si decidesse di prevedere seduta) oppure Lunedì. Ma apposta la fiducia sarebbero decorse 24 ore di sospensione, quindi si sarebbe potuto praticare l’ostruzionismo sugli odg e poi sulle dichiarazioni di voto. Il che non significava far decadere il decreto (scade il 27 maggio) ma costringere la maggioranza a stare in aula nell’ultima settimana di campagna elettorale forse fino a giovedì se non fossero state previste sedute notturne. Tutto questo si sarebbe verificato prima del voto, mentre la proposta di legge su Equitalia giungerà in aula tra un mese, dunque molto dopo il voto, e non sarà approvata. La diretta tv da visibilità all’opposizione ma la da anche alla maggioranza e, come detto, stabilisce un termine certo per l’approvazione del provvedimento.

venerdì 16 maggio 2014

PER LA RASSEGNA CAMERA TOTTI ATTACCA NAPOLITANO, MA ERA UN REFUSO


Chi questa mattina ha consultato di buon ora la rassegna stampa giornaliera della Camera dei Deputati si è imbattutto una notizia tanto sorprendente quanto interessante. Questo il titolo riportato "Totti attacca Napolitano: nella guerra a Berlusconi ha qualche responsabilità"
Possibile che il capitano della Roma intervenga su un tema tanto delicato come quello del presunto complotto ai danni del governo Berlusconi, e lo faccia con una tale nettezza di giudizio?
Ovviamente no, bastava aprire l'articolo per capire che si trattava di un semplice refuso dei complitori della rasegna informatica che trasformava Giovanni Toti, in "TOTTI".
Refuso del quale all'ufficio stampa si sono poi prontamente accorti, facendo in modo che al momento della sua pubblicazione definitiva (fino alle 9,30 circa alla Rassegna si accede solo tramite ricerca di archivio dal sito intranet della Camera) la rassegna stampa della Camera riportasse il titolo corretto dell'articolo

giovedì 15 maggio 2014

GENOVESE SURRISCALDA GLI ANIMI MA LA BOLDRINI E' STATA CORRETTA



Il voto sull’arresto del deputato Pd Fracantonio Genovese si è trasformato inevitabilmente in un tema di campagna elettorale. Inevitabile dunque che non sorgessero polemiche in aula per arrivare a questo voto, anche in considerazione del fatto che quella di oggi è l’ultima giornata utile, visto che la settimana prossima la Camera non dovrebbe svolgere sedute.
Intorno alle 13 si è accesa una discussione abbastanza animata che ha avuto al suo centro ancora una volta la Presidente della Camera Laura Boldrini. Tutto nasce dalla richiesta del delegato d’aula del partito democratico di sospendere la seduta per svolgere una riunione dei presidenti di gruppo, con la motivazione di calendarizzare il decreto sul piano caso appena giunto dal Senato.
A nostro avviso, in questa occasione, la Presidente Boldrini si è comportata correttamente mentre, almeno sulle prime è stata la richiesta avanzata dal Pd ad essere non correttissima da un punto di vista formale. Era nel diritto del Pd, come di qualsiasi altro gruppo, intervenire sull’ordine dei lavori per chiedere la sospensione della seduta, non potevano invece invocare una capigruppo che  non era stata convocata e che spettava al presidente convocare.
Chiarito questo punto la Presidente della Camera, come prevede l’articolo 41, ha dato la parola ad un oratore a favore e ad un oratore contro la proposta di sospensione. Quindi ha consentito un intervento per gruppo sempre sullo stesso tema. Infine ha fatto votare l’aula che si è pronunciata a favore della sospensione.
Dopo il voto la Presidente Boldrini ha convocato la riunione della Capigruppo.  

lunedì 12 maggio 2014

RENZI PROPONE PER L'EXPO UNA TASK FORCE PER ORA AZZOPPATA



Nella politica italiana sembra essere spuntato un nuovo “prezzemolino”, un personaggio individuato dalla stessa politica come una sorta di panacea ai suoi principali mali, come quelli della corruzione e della criminalità organizzata. Si tratta del magistrato Raffaele Cantone. Letta lo aveva inserito in una task force con il compito di predisporre proposte contro la criminalità organizzata. Bindi lo avrebbe voluto alla commissione antimafia. Renzi lo ha nominato presidente del’autorità anticorruzione, e ieri ha sventolato subito il suo nome come antidoto del governo al veleno della corruzione che sgorga dall’expo dell’Expo. Così repentino e generico è stato il riferimento del premier a Cantone e ad una task force anticorruzione, da spiazzare il diretto interessato. Oggi Cantone a Radio 24 ha detto che è tutto in fieri, che non sa quali saranno i suoi poteri e il suo ruolo e che ritiene che la task force di cui parla Renzi si l’autorità che presiede.
E qui c’è un problema. L’autorità anticorruzione è un organo collegiale composto dal presidente e da quattro membri. Con la nomina di Cantone, già in essere, sono decaduti i membri precedenti, dimessisi il 23 aprile scorso. Ad oggi, però, non sono stati nominati i nuovi membri dell’autorità e neppure è stata avviata la procedura che prevede i pareri favorevoli di camera e senato. Dunque l’autorità, ammesso che la si voglia impiegare sul fronte expo ad oggi non potrebbe procedere immediatamente.