Dopo un periodo abbastanza lungo di calma la Presidente della Camera Laura Boldrini è tornata, suo malgrado, a trovarsi al centro di una polemica scoppiata all’interno dell’emiciclo di Montecitorio. Ad innescare la miccia il deputato penta stellato Alessandro Di Battista in un’occasione alquanto inattesa e soprattutto insolita, come la cessazione del mandato di un deputato. Oggi Federica Mogherini ha lasciato la carica di deputata per assumere quella di “ministro degli esteri” della Commissione Europea (incarico incompatibile oltre che con altri ruoli di governo nazionale anche con quello di Deputato). Alla fine del discorso di commiato della deputata Mogherini, di prassi in casi simili, Alessandro Di Battista chiede di parlare proprio in merito alla cessazione della Mogherini. La Presidente Boldrini in un primo tempo gli nega la parola, anche perché di solito in questi casi non vi è dibattito, ma una mera presa d’atto da parte dell’aula. Ma Di Battista resiste e incalza con la veemenza che lo contraddistingue. La Boldrini allora inizia ad innervosirsi e in risposta alla citazione dei Di Battista dei casi precedenti della rinuncia di Antonio Leone e delle dimissioni di Dario Nardella, da una risposta in parte sbagliata quando afferma che in quei casi “c’era una votazione” e dunque erano casi diversi. In realtà votazione c’è stata solo nel caso di Nardella, e non di Leone, che come Mogherini, rinunciava per accettare un altro incarico incompatibile con il mandato parlamentare. Ma il peggio non è tanto il mezzo errore della Presidente, quanto il fatto che Di Battista rivela che il Pd, con il proprio delegato d’aula, aveva avvertito il Movimento 5 Stelle, che il capogruppo speranza avrebbe voluto svolgere una breve replica al commiato della Mogherini, e aveva chiesto al M5S se per loro andava bene questa chiosa. Dalla rivelazione di Di Battista, dunque, emerge quanto il principale gruppo parlamentare della Camera, quello del Partito Democratico, tenga in conto il presidente della Camera, che come previsto dal regolamento è l’unico che in aula accorda e toglie la parola. Scarsa considerazione che emerge anche dalle parole tra il sorpreso e lo sconcertato, che la presidente Boldrini pronuncia in replica alla rivelazione “Magari dovevate chiederlo a me... Io non sono al corrente di queste consultazioni per le vie brevi e non mi era stato detto che ci sarebbe stato un dibattito a seguire.
Dunque, per quanto mi riguarda quello che succede tra di voi non mi concerne, non mi riguarda”
Comunque lo si
voglia vedere si tratta di un episodio che segna l’ennesima anomalia non
positiva di questa legislatura, nella quale anche l’atto di commiato di una
deputata che va ad assumere un importantissimo incarico politico in sede
comunitaria diviene oggetto di una polemica politica tanto veemente quanto
insensata.