sabato 10 ottobre 2015

SULLA CITTADINANZA LA BOLDRINI SBAGLIA SPEECH E CI RIMETTE BALDELLI


L'importanza che un presidente di assemblea pronunci sempre speech formalmente corretti, anche rischiando di essere ridondante e burocratico, nel riferirsi alle varie fasi della seduta è ben dimostrato da quanto avvenuto nelle sedute della Camera dei Deputati del 7 e 8 ottobre nel corso dell'esame delle proposte di legge che modificano le norme in tema di attribuzione della cittadinanza. Tale esame, vertendo su materia riferita ai diritti previsti dalla prima parte della Costituzione, poteva rientrare nella fattispecie prevista dal comma 12 dell'articolo 24 del Regolamento Camera, che esenta dal contingentamento dei tempi. Lo stesso comma, però, specifica che perchè una proposta di legge che verta sui diritti previsti nella prima parte della Costituzione sia considerata di eccezionale rilevanza e, dunque, esentata dal contingentamento dei tempi, ciò deve essere esplicitamente richiesto da un Gruppo parlamentare. Poichè nel caso delle proposte di legge sulla cittadinanza tale richiesta non vi è stata da parte di nessuno, l'esame in aula ha previsto regolarmente tempi contingentati.
Nel corso dell'esame in assemblea, poichè Lega e FDI hanno tentato di opporsi all'approvazione di tali proposte, i loro esponenti hanno sollevato anche questa questione regolamentare, lamentando il poco tempo a disposizione per gli interventi (Lega e FDI dispongono di gruppi poco numerosi e sotto i 20 deputati) e l'obbligo di porre in votazione solo pochi dei loro emendamenti. All'ennesima obiezione in tal senso, in una seduta turbolenta che porterà all'espulsione del Presidente del gruppo della Lega, la Presidente Boldrini risponendo all'onorevole Fedriga lo fa di getto (e senza attendere il suggerimento della Segretaria Generale che l'assiste nelle sedute) e pronuncia questa frase "Detto questo, siccome si tratta di provvedimenti di eccezionale rilevanza e questo la Presidenza non ritiene che sia di eccezionale rilevanza," pag. 107 del resoconto del 7 ottobre. E' evidente che la Presidente volesse fare riferimento alla mancata richiesta da parte di un gruppo come previsto dl comma 12 dell'art. 24, ma la frase testuale che pronuncia fa pensare ad una sua valutazione soggettiva.
Nella seduta del giorno seguente prima l'on. Corsaro (Misto), poi più di un deputato leghista citano la frase nel corso del dibattito strumentalizzandola a fini politici per sostenere che la Camera stia approvando una legge che la stessa Presidente della Camera ha dichiarato non avere eccezionale rilevanza. Alla seconda volta che nel corso della seduta viene sollevata questa critica "politica", correttamente il Presidente di turno Simone Baldelli chiarisce che la non eccezionale rilevanza della proposta di legge per la Presidenza ha esclusivo significato procedurale e cita correttamente il comma in questione. Alla spiegazione del Presidente ribatte con veemenza il deputato leghista Gianluca Pini che testualmente legge la dichiarazione della presidente Boldrini per sostenere la tesi dell'opinione soggettiva della presidente e, come tale, utilizzabile nel dibattito politico da chi si oppone alle proposte in esame.
Dialetticamente è difficile dare torto ai deputati della lega, e così un'affermazione non formalmente coretta della presidente della Camera ha consentito una strumentalizzazione politica nella seduta successiva e soprattutto ha consentito una contestazione nei confronti del Presidente di turno anche a fronte di una precisazione regolamentare impeccabilemeno informazioni

mercoledì 23 settembre 2015

I RESOCONTI DI MONTECITORIO REISCRIVONO LA SALTAMARTINI AD NCD



Barbara Saltamartini  ha aderito al gruppo parlamentare della Lega il 31 marzo scorso, eppure per l’ufficio resoconti della Camera, o più precisamente per l’estensore del resoconto sommario della seduta della Commissione Affari Costituzionali del 22 settembre, l’on. Saltamartini è ancora in forza al gruppo NCD.
In prima commissione si discuteva la legge sulla cittadinanza e la lega ha deciso di fare ostruzionismo. Per questo i suoi deputati, anche quelli che non sono membri della prima commissione si sono presentati in tale sede e hanno perorato la causa degli emendamenti presentati dal Carroccio.
Saltamartini interviene tre volte nel corso della seduta. Nei primi due interventi sul resoconto a fianco al suo nome vi è la sigla (NCD), nel terzo invece figura la sigla corretta (LNA). Forse ai resoconti di Montecitorio qualcuno potrebbe averla confusa con Nunzia De Girolamo, deputata che ieri ha ufficializzato il suo passaggio dal gruppo Ncd al gruppo di Forza Italia.


venerdì 11 settembre 2015

IL PD IN CRISI SUI DELEGATI D'AULA


Da quando Ettore Rosato ha abbandonato il ruolo di delegato d’aula (per assumere quello più prestigioso di presidente del gruppo) Il gruppo del Pd sovente sembra senza una guida in aula. I nuovi delegati d’aula sono due deputate, Caterina Bini e Cinzia Fontana, che però, almeno per il momento non sembrano possedere l’esperienza sufficiente a guidare l’aula. Ieri ad esempio l’on. Bini si è resa protagonista di un fatto singolare. La lega, tramite il deputato Guidesi, aveva chiesto il rinvio degli argomenti iscritti all’ordine del giorno ad una prossima seduta.
 Correttamente sulla richiesta la Presidente della Camera, a norma dell’articolo 41 comma 1, ha dato la parola ad un deputato contro la proposta e ad uno a favore. Contro ha parlato un deputato del Movimento 5 stelle, a favore del rinvio è invece intervenuta proprio l’on. Bini. Il problema sta nel fatto che la deputata democrat non solo non ha svolto argomentazioni a favore della proposta di rinvio, limitandosi a dichiarare che il Pd era favorevole alla sospensione solo se questa fosse stata voluta da tutti i gruppi (ma essendosi già dichiarato contro il gruppo del M5S era evidente che così non potesse essere), ma soprattutto perché al momento del voto il Pd ha votato contro, dunque in senso contrario alla richiesta di intervento della sua esponente.
L’anomalia regolamentare e procedimentale è stata giustamente sottolineata dal Deputato e Vice Presidente della Camera Simone Baldelli, per metterla agli atti ed evitare che potesse introdurre un precedente.

giovedì 10 settembre 2015

BALDELLI GRAZIA BUTTIGLIONE



“ Ha chiesto di parlare l’on. Buttiglione, ne ha facoltà”. Il presidente di turno guarda per qualche secondo l’emiciclo di Montecitorio e non vedendo Buttiglione da la parola al deputato che figura dopo di lui nella lista degli iscritti a parlare sulla pdl a.c. 2799. Perché segnaliamo questo episodio? Perché Buttiglione prenderà comunque la parola in seguito per svolgere regolarmente il suo intervento, mentre a norma di regolamento (art. 36, comma 2, R.C.) avrebbe dovuto perdere il suo diritto di parola nel dibattito perché chiamato dal presidente non è risultato presente. Ma il punto non è neppure questo perché si tratterebbe di un episodio assolutamente secondario. Quello che ci incuriosisce e che segnaliamo è l’operazione (non è la prima volta che succede) svolta dagli estensori del resoconto stenografico di Montecitorio, ma soprattutto di chi ha la responsabilità dell’ufficio resoconti, volto a far scomparire dagli atti parlamentari questo strappettino al regolamento di Montecitorio ( o se vogliamo benevola sanatoria) operata dal Presidente di turno Baldelli. L’episodio, verificatosi tra la fine dell’intervento del deputato Cozzolino e quello dell’on. Quaranta, non c’è nello stenografico. L’episodio invece figura nel video della seduta che come già accaduto in altre occasioni segnala l’opera di benevolo aggiustamento che in alcuni casi avviene nella compilazione dei resoconti.

martedì 1 settembre 2015

I CENTO EURO DEL DEPUTATO SULLA PAROLA



Riprendiamo le pubblicazioni di questo blog dopo la pausa estiva raccontando un simpatico episodio avvenuto questa mattina nella banca interna a Palazzo Montecitorio.
Un deputato molto noto, probabilmente dopo un prelevamento effettuato in precedenza allo sportello, è tornato ed in maniera un po’ imbarazzata ha segnalato che dalla somma prelevata mancava una banconota da cento euro.
L’impiegato, senza colpo ferire, estrae dal cassetto una banconota da cento e la consegna al deputato. Va detto che il deputato ha chiesto al cassiere se fosse possibile controllare che effettivamente in precedenza gli fossero stati consegnati meno soldi di quelli segnati nella ricevuta del prelievo, ed inoltre si è comunque dichiarato assolutamente disponibile a rifondere i cento euro qualora a fine giornata dovesse risultare un ammanco. Specifichiamo tutto questo per sottolineare che non siamo assolutamente in presenza di un atto di arroganza del deputato ma di un comportamento di fiducia della banca verso un proprio stimato cliente.
Il deputato in questione incontrando sempre in banca un ex collega ne ha poi approfittato per soffermarsi a discutere degli ultimi 5 minuti da incubo (visti dalla sponda giallorossa a cui appartiene) vissuti nel finale della gara Roma-Juventus. Il collega gli ha risposto “e lo dici a me, io ho avuto una crisi di nervi!”

lunedì 27 luglio 2015

ECCO COME E' ANDATA IN COMMISSIONE SULL'EMENDAMENTO BAVAGLIO



L’emendamento Pagano al ddl 2798, che prevede la punibilità della diffusione di registrazioni segrete a scopo diffamatorio, ha suscitato roventi polemiche arrivando a far sorgere dubbi non solo tra esponenti della maggioranza, ma anche tra membri del governo. Lo stesso ministro Guardasigilli ha espresso perplessità in merito.
Tralasciando il giudizio di merito sulla norma approvata, in questi casi è opportuno e interessante andare a vedere cosa sia successo e quali reazioni abbia suscitato l’emendamento, oggi contestatissimo, dal momento del suo deposito, all’atto della sua approvazione.
L’emendamento Pagano (emend. 25.100) è stato depositato come tutti gli altri nella seduta del 24 giugno nella seguente formulazione:  Al comma 1, dopo la lettera a) inserire la seguente: a-bis). Prevedere che chiunque effettui fraudolentemente riprese o registrazioni di comunicazioni o conversazioni svolte in sua presenza, al fine di diffonderle, sia punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni e che la pena sia aumentata in caso di diffusione dei contenuti delle comunicazioni o conversazioni. Il delitto di cui al periodo precedente è perseguibile a querela della persona offesa e la punibilità è esclusa quando le riprese o le registrazioni di comunicazioni di cui al primo periodo siano utilizzate nell'ambito di un procedimento dinanzi all'autorità giudiziaria al solo fine di esercitare il diritto di difesa.
Nelle sedute successive nessun deputato pronuncia alcuna critica nei confronti di questo emendamento.
Nella seduta dell’8 luglio il Governo presenta una serie di emendamenti al testo che però non riguardano l’articolo 25 della proposta di legge, articolo al quale è stato depositato l’emendamento Pagano.
Nella seduta del 14 luglio la relatrice del provvedimento, Donatella Ferranti, esprime parere favorevole all’emendamento a patto che sia riformulato nel seguente modo:al  Comma 1, dopo la lettera a) inserire la seguente:
   a-bis) prevedere che chiunque diffonda, al fine di recare danno alla reputazione o all'immagine altrui, riprese o registrazioni di conversazioni svolte in sua presenza e fraudolentemente effettuate, è punito con la reclusione da 6 mesi a 4 anni. La punibilità è esclusa quando le riprese costituiscono prova nell'ambito di un procedimento dinnanzi all'autorità giudiziaria o siano utilizzate nell'ambito di esercizio del diritto di difesa.

Anche sulla riformulazione proposta e sul parere favorevole nessuno dice nulla fino alla seduta del 23 luglio quando l’emendamento viene messo ai voti. Anche al momento del voto e dopo la sua approvazione dal resoconto non risultano critiche di merito e tanto meno proteste vibrate. Anzi il deputato Ferraresi(M5S) si dichiara d’accordo con la procedura proposta dalla relatrice per la prosecuzione dei lavori.
Solo nella seduta successiva compare il primo cenno esplicito di critica all’emendamento approvato da parte della Deputata Sarti(M5S). Il resto è storia abbastanza nota e ampiamente riportata dai giornali, con tanto di cartelli contro il bavaglio e dubbi postumi in maggioranza e opposizione.