IL COMMENTO DEL BLOG



SUI FRIGORIFERI DELLA CAMERA

Il Giornale si scaglia (sul numero di martedì 7 aprile 2015) contro la Presidente Laura Boldrini e contro l'amministrazione della Camera, per l'acquisto di 200 mini-bar oltre che per l'acquisto di appendiabiti a colonna per un costo di circa 13.000 euro. Nell'articolo, tra l'altro ripreso da un sito web, si contestano poi una serie di altri acquisti bollandoli con il termine ormai un po' abusato di spese folli. 
Per i frigoriferi e per gli appendiabiti, però, c'è una motivazione molto precisa che giustifica tali aqcuisti e consiste nell'abbandono dei tanto vituperati Palazzi Marini. In quelle stanze, che come noto la Camera prendeva in affitto dalla ditta Milano 90, Il minibar, i telefoni, i fax e gli appendiabiti, erano forniti dalla ditta stessa. Ecco dunque che il trasferimento degli uffici di quasi tutti i deputati nel palazzo di Vicolo Valdina ha comportato la necessità di dotare le nuove, e assai anguste stanze, di frigoriferi, tv per seguire i lavori d'aula e appendiabiti. Va detto che in molte stanze sono stati raggrupate tre, quattro ed anche cinque postazioni di deputati, o meglio dei loro assistenti. Francamente non sappiamo se l'importo unitario di frigoriferi e appendiabiti sia il migliore sul mercato, ma sicuramente non servono a garantire alcun privilegio, dal momento che di un solo frigorifero ne fanno uso quattro cinque persone, gli assistenti parlamentari, che in ufficio stanno per otto ore, ed in alcuni casi anche di più, e dunque servono come ricovero per bottiglie d'acqua ed in molti casi cibo, dal momento che con i palazzi Marini, è stata chiusa anche la mensa. Se poi vogliamo chiamare scandalo o privilegio anche il poter ricoverare uno yogurt, acquistato dai suddetti lavoratori di tasca propria o la possibilità di non dover poggiare in terra un cappotto, si faccia pure. Ma la realtà è un'altra e soprattutto queste spese sono la diretta conseguenza di un provvedimento, l'abbandono dei palazzi Marini, che la stampa e l'opinione pubblica ha invocato a furor di popolo.



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